830 Capitolo XXXIV Renzo a Milano e la madre di Cecilia La presunzione di innocenza e l ingiustizia della tortura La macchina della tortura Nel Capitolo XXXIV Manzoni descrive «l abbominevole macchina della tortura : Era rizzata in quel luogo, e non in quello soltanto, ma in tutte le piazze e nelle strade più spaziose, affinché i deputati d ogni quartiere, muniti a questo d ogni facoltà più arbitraria, potessero farci applicare immediatamente chiunque paresse loro meritevole di pena: o sequestrati che uscissero di casa, o subalterni che non facessero il loro dovere, o chiunque altro. Era uno di que rimedi eccessivi e inefficaci de quali, a quel tempo, e in que momenti specialmente, si faceva tanto scialacquìo. Nel Seicento, quando sono ambientate le vicende del romanzo, ma ancora nel Settecento, l indagato era sottoposto a tortura prima degli interrogatori. I più deboli confessavano spesso colpe mai commesse. La giustizia partiva dalla presunzione di colpevolezza dell indagato. Il diritto attuale parte invece dalla presunzione di innocenza. In poche parole, è iniquo trattare qualunque persona come colpevole prima che siano state trovate prove certe dell infrazione alla legge commessa. Non è l indagato a dovere provare la sua innocenza, ma gli inquirenti hanno il compito di trovare prove indiziarie che dimostrino la colpevolezza. Il nonno Cesare Beccaria La presunzione di innocenza è una delle basi dell attuale civiltà giuridica. Ad affermarla con vigore è il noto economista e giurista Cesare Beccaria, padre di Giulia Beccaria, madre di Manzoni. Manzoni è orgoglioso del nonno, noto in tutta Europa per il saggio Dei delitti e delle pene che apre un dibattito sulla giustizia in Europa. Quando il giovane Manzoni, appena ventenne, giunge a Parigi, gli intellettuali francesi gli chiedono l autografo, non appena vengono a conoscenza che è un discendente del famoso Beccaria. Nato a Milano nel 1738 e laureatosi in legge a Pavia a vent anni, Beccaria inizia a frequentare i fratelli Verri (Pietro, Alessandro, Giovanni) e viene da loro spronato ad approfondire gli studi di scienze politiche e di economia. Nel 1760 conosce una ragazza appartenente a un ceto inferiore al suo, di nome Teresa Blasco, e la sposa, nonostante l opposizione dei genitori. Ebbe quattro figli, tra cui Giulia, madre di Alessandro Manzoni. Nel 1762, su consiglio di Pietro Verri, compone il saggio economico Del disordine e de rimedi delle monete nello stato di Milano nell anno 1762. Quando nel cenacolo dei fratelli Verri si inizia a discutere della condizione della giustizia penale in Italia, viene scelto Cesare Beccaria