Il matrimonio di Renzo e Lucia e il sugo della storia Capitolo XXXVIII 909 Analisi e commento Il ritorno di Lucia Finalmente, una sera, Lucia ritorna al paese natio con la mercantessa, la vedova di Milano che le ha dato ospitalità per tante settimane. Il giorno seguente, recatosi a casa di Agnese per sfogarsi «su quel gran tardare di Lucia , con stupore Renzo rincontra l amata. Lucia reagisce con pudore e timidezza: «Vi saluto: come state? . «Sto bene quando vi vedo , replica il giovane. Lucia lo aggiorna sulla morte di fra Cristoforo. Le nuove scuse di don Abbondio Impaziente, dopo due anni di attesa, non vedendo più alcun ostacolo al matrimonio, Renzo si reca da don Abbondio «a prendere i concerti per lo sposalizio . Con un certo fare tra «burlesco e rispettoso gli domanda: signor curato, [ ] le è poi passato quel dolor di capo, per cui mi diceva di non poterci maritare? Ora siamo a tempo; la sposa c è: e son qui per sentire quando le sia di comodo: ma questa volta, sarei a pregarla di far presto. Don Abbondio accampa scuse: perché mettersi in piazza, e far gridare il suo nome, con quella cattura addosso? e che la cosa potrebbe farsi ugualmente altrove; e questo e quest altro. Con tono scherzoso il giovane provoca il curato: «Ho inteso, [ ] lei ha ancora un po di quel mal di capo . Gli racconta poi delle gravi condizioni di salute in cui versava don Rodrigo l ultima volta in cui l ha visto. Don Abbondio è però convinto che se lui, curato, ha superato la peste anche quel nobile prepotente può essere guarito. L intervento di tre donne A questo punto sono le tre donne (Lucia, Agnese, la mercantessa) che prendono l iniziativa. Si recano da don Abbondio che, dopo aver appreso da Lucia la tempesta attraversata durante la malattia, riferisce a sua volta «della sua burrasca e si congratula con Agnese che non è stata contagiata. Le donne spronano il curato a celebrare il matrimonio, ma il prete continua ad accampare scuse finché non sopraggiunge Renzo con la notizia dell arrivo del marchese nel palazzotto di don Rodrigo, morto per peste. La definitiva conferma della morte di don Rodrigo Per convincere il curato Renzo ha portato con sé come testimone il sagrestano Ambrogio (colui che aveva suonato a martello le campane mandando a monte il progetto del matrimonio di sorpresa), anche lui guarito dalla peste. Sentiamo come Renzo si rivolge al curato: Perché lui l ha veduto co suoi occhi. Io sono stato solamente lì ne contorni, e, per dir la verità, ci sono andato appunto perché ho pensato: qualcosa là si dovrebbe sapere. E più d uno m ha detto lo stesso. Ho poi incontrato Ambrogio che veniva proprio di lassù, e che l ha veduto, come dico, far da padrone. Lo vuol sentire, Ambrogio? L ho fatto aspettar qui fuori apposta. Il giudizio di don Abbondio sulla peste Don Abbondio erompe in grida di giubilo: Ah! è morto dunque! è proprio andato! [ ] Vedete, figliuoli, se la Provvidenza arriva alla fine certa gente. Sapete che l è una gran cosa! un gran respiro per questo povero paese! ché non ci si poteva vivere con colui. stata un gran flagello questa peste; ma è anche stata una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più: verdi, freschi, prosperosi: bisognava dire