L età imperiale 1. La vita Una famiglia di spicco Lucio Anneo Seneca nasce a Corduba, nella Spagna Ulteriore, nel 4 a.C. circa. Nonostante l origine provinciale, la famiglia di Seneca si distingue ben presto per meriti letterari e politici: in particolare, il padre di Lucio, Seneca il Vecchio, era un noto retore, autore delle celebri Controversiae e Suasoriae. Seneca studia con maestri colti e rinomati e raggiunge in poco tempo un approfondita preparazione retorica e filosofica. Congiura di Pisone Si tratta della congiura ordita ai danni di Nerone da Gneo Calpurnio Pisone, alla quale avrebbero partecipato diversi intellettuali, tra cui Seneca, suo nipote Lucano e il filosofo Tràsea Peto. Il rapporto con gli imperatori Ben presto la sua arte oratoria suscita l invidia dell imperatore Caligola, che arriva a progettarne l omicidio, senza riuscirci. Neanche con Claudio, successore di Caligola, i rapporti migliorano. Su consiglio di Messalina, prima moglie dell imperatore, Seneca viene esiliato in Corsica (41 d.C.). Agrippina, seconda moglie di Claudio, richiama nel 49 d.C. Seneca a Roma, per farne il precettore del figlio, il futuro imperatore Nerone. Con Claudio Seneca ha un rapporto controverso: ne traccia un ritratto molto negativo nell opera Apokolok ntosis (d p. 22), ma al contempo ne compone l elogio funebre, che Nerone pronuncia durante le esequie. Il rapporto con Nerone Per i primi anni, il governo di Nerone è equilibrato, grazie all influenza di Seneca e Afranio Burro, suoi consiglieri. Nel 58 d.C., però, l uccisione di Agrippina segna la fine di questo periodo felice. La situazione precipita nel 62 d.C., quando Afranio Burro muore e Seneca si ritira a vita privata. Nerone ha ormai instaurato un governo tirannico e nel 65 d.C., anno della congiura di Pisone, ordina a Seneca di suicidarsi, sospettando una sua complicità. Seneca ubbidisce, prendendo a modello Socrate e, in generale, l ideale di saggio stoico. PER APPROFONDIRE Seneca e lo stoicismo Lo stoicismo è una scuola ellenistica nata nel III secolo a.C. con i tre capiscuola Zenone, Cleante e Crisippo (antica Stoà), poi proseguita con Posidonio e Panezio (media Stoà, II-I sec. a.C.), infine rinata a Roma in età imperiale. Per gli stoici, l universo è interamente costituito da materia (anche l anima) e retto dal lògos. La conoscenza serve all uomo per raggiungere il suo fine ultimo, cioè la felicità, intesa come serenità: l etica stoica dà grande importanza alla sopportazione del dolore e allo sradicamento delle passioni. Il saggio stoico è colui che riesce a comprendere che tutto ciò che 16 non è virtù è effimero e, pertanto, non va considerato per nulla. Tuttavia, è suo dovere impegnarsi nel governo della res publica, assecondando con il proprio servizio il progetto previsto dal lògos. Lo stoicismo era già apprezzato da Cicerone che, però, lo riteneva estremistico. Al contrario, Seneca si professa suo seguace convinto, pur accettando anche precetti di altre scuole, come l epicureismo, utili per raggiungere lo scopo principale della vita: la liberazione dalla paura della morte. In età imperiale, comunque, una certa mescolanza tra elementi di diverse scuole era pratica diffusa.