L autore SENECA Lo schema è in linea con il fine del filosofo: attenuare i timori superstiziosi dell uomo spiegando i fenomeni scientificamente. Infatti, numerose digressioni moralistiche illustrano le implicazioni etiche delle argomentazioni. 4. Le Epistole a Lucilio Venti libri La lunghezza diseguale dei libri e le testimonianze che ricaviamo da varie fonti ci fanno desumere l esistenza di almeno altri 2 libri, oggi perduti. Questo ci impedisce di essere certi che l inizio dell opera, così come la conclusione, siano quelle volute dall autore. Lettere filosofiche Scritta dopo il ritiro a vita privata (62-65 d.C.) e rivolta all amico Lucilio, quest opera consiste in una raccolta di 124 lettere filosofiche giunte fino a noi, suddivise in venti libri, e si inserisce in un genere letterario praticato già da Platone ed Epicuro, nel quale si mescolano elementi autobiografici e saggistici. Il fine delle lettere consiste non solo in uno scambio amicale, ma nella guida verso la saggezza. Non si tratta quindi di una corrispondenza vera e propria, ma di un opera dichiaratamente rielaborata, in cui Seneca si presenta non come saggio, ma come un adepto solo un po più avanti dell amico nel percorso della filosofia stoica. Gli elementi tipici della letteratura epistolare sono ridotti al minimo: il destinatario è poco connotato, il pubblico è pensato come molto più vasto che il solo Lucilio. I contenuti Difficilmente si trova un filo conduttore tra i temi trattati nell opera, che però si possono ricondurre genericamente a un esortazione a combattere la sorte e la paura della morte. Tuttavia, si riscontrano alcuni punti fermi: frequenti rimandi a Epicuro nelle epistole 1-29; l ambientazione campana delle epistole 51-57 (per questo dette campane ); la presenza di motivi platonici nelle epistole 58-65; un aumento progressivo di complessità e tecnicismo tra le lettere iniziali e quelle finali. Un manuale di filosofia Le Epistole a Lucilio, come molta produzione senecana, rappresentano un corso di filosofia pratica, in cui Seneca non vuole dimostrare, come farebbe un maestro, ma convincere, e in cui ogni questione è riportata alla sua dimensione etica. Per questo, Seneca ricorre a brillanti artifici retorici, come le sentenze, i paradossi, le metafore, le personificazioni. Dalle epistole emerge la figura del saggio che adotta, contro la sorte, strategie di lotta opposte a quelle dell uomo comune: egli, grazie all uso della ragione, valuta correttamente le cose, mantenendo il giusto distacco da tutto ciò che non riguarda direttamente la sua anima. Ciò gli consente di ridimensionare le disgrazie, valutandole come insignificanti per la sua serenità. Così il saggio affronta la sorte consapevole di possedere, in caso estremo, l arma del suicidio. La morte non potrà più nulla se le togliamo l unica cosa su cui ha potere, il corpo. 21