L autore SENECA 7. I temi Il saggio e gli stolti Seneca, seguendo la dottrina stoica, distingue due categorie di individui: il saggio, che conduce un esistenza felice e serena perché vive secondo ragione e lontano dalle passioni; gli stolti, categoria a cui appartiene la maggior parte degli uomini in quanto schiavi delle passioni. Per Seneca esiste, tuttavia, la categoria intermedia del proficiens o uomo in cammino , che cerca di resistere al vizio tramite l esercizio spirituale. A questo tipo di uomo si rivolge, in particolare, l opera senecana. Il destino e la morte Il destino, secondo lo stoicismo, è espressione del lògos, un principio razionale che governa l universo nel miglior modo possibile e trascura a tal fine, il benessere del singolo. Gli individui percepiscono solo il suo apparire quotidiano sotto forma di fortuna ( sorte ). La fortuna porta inevitabilmente, come esito ultimo, alla morte che, per Seneca, ha due facce: Passione Il termine deriva dal verbo latino patior ( sopporto, subisco ), che pone l attenzione sulla violenza dei vizi, di fronte ai quali l essere umano rimane inerme. La filosofia stoica distingue quattro tipi fondamentali di passioni: piacere, dolore, desiderio, timore. una scientifico-filosofica: la morte è la manifestazione di una legge di natura universale e coincide con il nulla. Essendo inevitabile e comune a tutti, non ha senso temerla; una letteraria: la morte è la sorte smascherata che, come un demone, cerca instancabilmente di annientare l uomo. Il tempo Seneca concettualizza la relatività del tempo: esso dipende dalla percezione che ciascuno ne ha, e quest ultima dipende dalla vita che ciascuno conduce. Il saggio comprende che, data la sua invisibilità, il tempo viene sprecato come fosse nulla e, pertanto, agisce in modo tale da valorizzarlo. Le passioni Con il termine passione la cultura antica intendeva, a differenza di oggi, perlopiù i vizi. In linea con la filosofia stoica, Seneca dedica ampio spazio all analisi delle passoni, in particolare ai vizi della società del suo tempo. 8. Lo stile Uno stile decostruito Lo stile di Seneca, al contrario dell equilibrio ciceroniano, è caratterizzato in particolare da due artifici retorici che denunciano il gusto per la sorpresa e la frantumazione sintattica: la sentenza, cioè una frase breve e paradossale usata come chiusura inaspettata di un ragionamento; l antitesi, ossia la contrapposizione tra due concetti di significato opposto, in linea con le opposizioni nette caratteristiche della filosofia stoica, come quella tra apparenza esteriore e realtà autentica. 23