DENTRO il TESTO Testo poetico Vola alta, parola Mario Luzi Vola alta, parola, cresci in profondità, tocca nadir e zenith della tua significazione, giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclami nel buio della mente – però non separarti da me, non arrivare, ti prego, a quel celestiale appuntamento da sola, senza il caldo di me o almeno il mio ricordo, sii luce, non disabitata trasparenza… La cosa e la sua anima? o la mia e la sua sofferenza? (M. Luzi , Garzanti, Milano 1985) Per il battesimo dei nostri frammenti La lirica di Mario Luzi (1914-2005) si apre con un’allocuzione, un’apostrofe alla (v. 1), intesa nel suo significato più ampio, non solo come parola poetica, ma anche come carattere proprio e distintivo dell’essere umano. Il poeta invita la parola a librarsi, elevarsi e al contempo innalzare l’animo del poeta, dell’uomo. Apostrofe parola 1 Nella sua ascensione che cosa non deve abbandonare la parola? Rispondi facendo esplicito riferimento ai versi. La luce. Il poeta. Il significato. La sua essenza. a. b. c. d. 2 In quale verso e con quale espressione l’invocazione alla parola poetica raggiunge il suo apice? Il poeta esorta la parola poetica a estendere il suo significato in ogni direzione, a toccare (v. 2), ovvero i due poli opposti dell’orizzonte, per abbracciare ogni cosa. Antitesi in tensione nadir e zenith 3 Per indicare i vertici estremi che la parola può toccare, il poeta ricorre a termini in opposizione tra loro, posti in antitesi. Individuali nella lirica.