Il settore secondario in Italia Nel nostro Paese il settore secondario è a tutt’oggi un settore forte, anche se un po’ in calo, come accade anche negli altri Paesi europei con un’economia avanzata. Coinvolge quasi ( ) e produce una quota pari al 22% della ricchezza nazionale. La prima area industriale moderna si sviluppò all’inizio del Novecento nel cosiddetto : sorsero qui i grandi complessi siderurgici, chimici, meccanici che hanno fatto la storia dell’industria italiana, come la Fiat di Torino, l’Italsider di Genova, la Montedison, la Breda e la Pirelli di Milano. Fu verso queste fabbriche che si diressero i grandi flussi migratori degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, provenienti soprattutto dalle regioni del Sud, poco o per nulla industrializzate. Nel corso di più di un secolo il panorama industriale italiano è profondamente cambiato e oggi si caratterizza per la presenza di grandi imprese nazionali e accanto a una rete di , che negli ultimi decenni si è ridotta. un terzo dei lavoratori italiani 26% triangolo industriale Milano-Torino-Genova multinazionali (10) piccole e medie imprese 10 La raffineria di una multinazionale del petrolio a Taranto.