L ECONOMIA Industria e turismo in crescita Nonostante gravi problemi, tra cui la disoccupazione giovanile e l arretratezza delle aree rurali nel Sud del Paese, l economia marocchina è da anni in costante sviluppo ed è una delle più prospere dell Africa Settentrionale. L industria è in costante crescita e negli ultimi anni ha attirato gli investitori stranieri, grazie al costo relativamente basso della manodopera specializzata. I settori di punta sono quelli estrattivo (estrazione e lavorazione dei fosfati), tessile, meccanico, automobilistico, chimico e delle costruzioni. Il turismo ha risentito meno, rispetto ai Paesi vicini, della instabilità politica della regione: con oltre 10 milioni di arrivi annui, il Marocco è il Paese più visitato dell Africa. Cereali e colture da esportazione L agricoltura è praticata principalmente a ridosso delle coste e occupa quasi il 40% della forza lavoro. Alle coltivazioni di cereali per il consumo interno si affiancano quelle specializzate di agrumi, uva, olive e ortaggi destinate all esportazione. Molto diffusi sono l allevamento e la pesca, praticata soprattutto nelle acque dell Atlantico. Il sottosuolo è povero di risorse energetiche ma assai ricco di fosfati, minerali utilizzati per la produzione di fertilizzanti, di cui il Marocco è il maggiore esportatore mondiale. COMPOSIZIONE DEL PIL 56% terziario 15% primario 29% GEOOGGI secondario LIBIA, UNO STATO FALLITO Da diversi anni i media riportano spesso notizie allarmanti dalla Libia: scontri tra gruppi armati, attentati e centinaia di profughi che da lì tentano di raggiungere le coste italiane e di altri Paesi europei. Gli esperti definiscono la Libia uno Stato fallito , cioè un Paese in cui non esiste più un autorità centrale. Ma come si è arrivati a questo punto? La Libia era governata dal 1969 da Muhammar Gheddafi, che guidava il Paese con il pugno di ferro e si era reso responsabile di numerose violazioni dei diritti umani. La sua dittatura teneva però unite le varie anime del Paese, diviso in decine di gruppi tribali in competizione tra loro. Quando, tra la fine del 2010 e l inizio del 2011, le proteste della primavera araba (Geo Oggi, p. 206) hanno interessato la Libia, le manifestazioni sono degenerate in una guerra civile: i gruppi tribali si sono organizzati in milizie e hanno attaccato l esercito governativo. La dura repressione messa in atto da Gheddafi ha portato diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Francia e Italia, a schierarsi con gli oppositori e a intervenire militarmente. L intervento internazionale è stato determinante per la vittoria dei ribelli e la deposizione di Gheddafi, ucciso durante la sua cattura (20 ottobre 2011). 212 2 12 AFRICA AF A F RIC RIIC R CA A Alla caduta del regime, il potere è stato trasferito a un Consiglio nazionale di transizione, che avrebbe dovuto guidare il Paese verso la democrazia. Le varie milizie si sono però rifiutate di deporre le armi e la Libia si è spaccata in due, con due Governi rivali: il Parlamento di ispirazione islamica con sede nella capitale Tripoli (nella regione occidentale della Tripolitania) e l altro, laico, con base a Tobruk (nella regione orientale della Cirenaica). Dal 2014 si sono succeduti duri scontri; nel 2019 le milizie del maresciallo Khalifa Haftar (a capo dell Est e di parte del Sud del Paese) hanno attaccato Tripoli, ma senza riuscire a prenderne il controllo. Le violenze si sono intensificate, fino alla tregua del 2020 quando si è tentato di raggiungere un accordo per la formazione di un Governo unitario. Nel 2022 si sono però verificati nuovi scontri armati. Nonostante la mediazione dell ONU, le trattative procedono a rilento: entrambi gli schieramenti prendono tempo per consolidare la propria posizione, accusando le forze internazionali di impedire un processo a piena guida libica .