Il tempio e le sculture etruschi Nel restauro effettuato nel Settecento . Il serpente infatti morde il corno della capra mentre in origine probabilmente doveva slanciarsi in avanti, in attacco contro l’eroe. I templi etruschi sono classificati dall’architetto romano Vitruvio (I secolo a.C.) in un ordine architettonico diverso da quelli greci: il . Quest’ordine, che si afferma dal VI secolo a.C., ha colonne simili a quelle doriche, ma lisce e appoggiate su una base. Il tempio etrusco è in genere costruito con materiali deperibili (che si consumano con il tempo), come argilla e legno, e sorge sopra un alto basamento realizzato con grandi blocchi di pietra – spesso l’unica parte arrivata fino a noi –, sul quale si trova una gradinata che porta all’ingresso. Tutta la decorazione è , cioè fatta di terracotta, un impasto di argilla che con la cottura assume toni rossastri (è il tipo più semplice di ceramica). Il tetto del tempio è infatti composto da tegole di terracotta, che terminano con decorazioni a forma di semicerchio, dette . Inoltre, grandi statue di divinità sono poste o sulla cima del tetto – e sono in questo caso dette “ ” – oppure, nei templi più tardi che imitano quelli greci, sul frontone. Alcune tracce, visibili ancora oggi, testimoniano l’uso del colore. Gli Etruschi non erano solo maestri nella terracotta: sono giunte fino a noi anche che testimoniano la loro abilità in questa tecnica. la coda della Chimera è stata saldata in modo non corretto tuscanico fittile antefisse acrotèri grandi sculture di bronzo Disegno ricostruttivo del tempio etrusco di Belvedere (Orvieto), IV secolo a.C. UN CORPO IN TENSIONE La statua della raffigura un mostro mitologico, con corpo e testa di leone, coda di serpente e testa di capra sul dorso. L’animale è colto con la bocca spalancata, mentre arretra per difendersi dal nemico (l’eroe greco Bellerofonte incaricato di ucciderlo). La dedica al dio Tinia incisa sulla zampa indica che si tratta di un dono alla divinità. Mentre il corpo è rappresentato in modo naturalistico, la criniera è resa con ciocche schematiche e rigide. Chimera Chimera di Arezzo (V-IV secolo a.C.), bronzo, h 80 cm. Firenze, Museo Archeologico Nazionale. OSSERVO Nel restauro effettuato nel Settecento . Il serpente infatti morde il corno della capra mentre in origine probabilmente doveva slanciarsi in avanti, in attacco contro l’eroe. la coda della è stata saldata in modo non corretto Chimera