La pittura romana In tutto il mondo romano esistevano case con pareti decorate. Le pitture erano realizzate con la tecnica dell’ , cioè dipingendo sull’intonaco ancora bagnato, “fresco” appunto, in modo che asciugandosi trattenesse il colore. Grazie all’ottimo stato di conservazione di molti affreschi nella città di Pompei, sommersa dalle ceneri eruttate dal Vesuvio nel 79 d.C., gli studiosi hanno individuato nella pittura romana principali. affresco quattro stili PRIMO STILE (200-100 A.C.) Le pitture riproducono gli : uno zoccolo in pietra, cornici e grandi pietre rettangolari disposte in file. Per simulare i materiali preziosi con cui erano realizzati gli originali greci, si usa lo stucco, mentre un sapiente gioco di colori riproduce le venature dei marmi. elementi strutturali delle architetture greche Pitture di I stile della Casa di Sallustio (II secolo a.C.), affresco. Pompei (Napoli). SECONDO STILE (100 A.C.-10 D.C.) Nel secondo stile non vengono dipinti solo finti marmi su pareti piatte, ma anche vere e proprie , come finestre o colonne. La parete resta divisa in tre fasce (zoccolo in basso, fascia centrale e cornice in alto), ma è come se si aprisse verso l’esterno, creando uno spazio profondo nel quale si dispongono, su più piani, colonnati, paesaggi o figure umane di grandi dimensioni. finte architetture in prospettiva Pittura di II stile della Villa di Poppea (50 a.C. ca.), affresco. Oplontis (Torre Annunziata, Napoli). OSSERVO Al centro dell’architettura rappresentata nell’affresco domina una , elemento decorativo che compare anche in altre sale della villa. maschera teatrale