I mosaici romani I Romani, per decorare le pareti e i pavimenti delle loro abitazioni, usavano, oltre alla pittura, anche la tecnica del mosaico. Abilissimi artigiani disponevano sull’intonaco fresco piccole , di diversi colori, in modo da formare un disegno. Le tessere erano di varia misura; con quelle più piccole si potevano riprodurre particolari minuti ottenendo effetti simili a quelli della pittura. Tra i mosaici romani meglio conservati giunti fino a noi, quelli della Villa del Casale di Piazza Armerina (Sicilia) stupiscono per la bellezza e la ricchezza delle raffigurazioni. tessere di pietra o di pasta di vetro Grande caccia (320-330 d.C.), particolare, mosaico. Piazza Armerina (Enna), Villa del Casale. LA GRANDE CACCIA Il mosaico più importante della Villa romana del Casale è detto della e raffigura una battuta di caccia di . Si tratta di un mosaico che decora un corridoio rialzato lungo quasi 70 metri e largo 5, nel quale sono presentate diverse tecniche di cattura, con gabbie, reti, inseguimenti, a seconda delle specie cacciate. Le bestie feroci, trasportate con carri e imbarcate su grandi navi, giungevano poi in Italia per gli spettacoli negli anfiteatri, come nel grande Colosseo di Roma. Grande caccia animali esotici FISSO I CONCETTI ● erano usati per decorare le pareti e i pavimenti delle abitazioni; ● venivano realizzati con tessere di pietra o di pasta di vetro. I MOSAICI ROMANI