Simone Martini Siena 1284 ca. - Avignone (Francia) 1344 Simone Martini è stato forse allievo di Duccio di Buoninsegna, alla cui scuola si sono formati anche i fratelli Pietro(Siena, 1280-1348) e Ambrogio Lorenzetti (Siena, 1285 ca.-1348 ► pp. 208-209). Fin dalle sue prime opere, però, Simone si distingue dal maestro per l’attenzione a , forse per influenza dell’arte di Giotto, che aveva conosciuto ad Assisi. Simone inizia la sua carriera a Siena, poi è chiamato ad Assisi e nel 1317 è a Napoli. Alla fine della sua vita, tra il 1335 e il 1336, ormai artista di successo, si trasferisce ad Avignone, in Francia, alla corte papale. dettagli quasi realistici UN CAPOLAVORO D’OREFICERIA Insieme al cognato Lippo Memmi (Siena 1280 ca.-1356), nel 1333 Simone Martini realizza per il Duomo di Siena la sua opera più famosa, l’ . La scena raffigura la Vergine seduta su un trono con un libro in mano, mentre si ritrae quasi impaurita di fronte all’angelo appena arrivato nella stanza, come si intuisce dal mantello ancora svolazzante. Inginocchiatosi, l’angelo porge alla Madonna un ramo di ulivo, mentre dalla sua bocca esce un “fumetto” in eleganti lettere d’oro con il saluto alla Madonna ( , in latino “Salve, piena di grazia, Dio è con te”). Le figure sono sinuose, dai , e i loro si stagliano sul . Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita Ave gratia plena dominus tecum corpi allungati profili nitidi fondo oro Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita (1333), tempera su tavola, 184x210 cm. Firenze, Gallerie degli Uffizi. OSSERVO Al centro della scena è collocato un , simbolo della purezza della Vergine. È realizzato con la foglia d’oro, usando piccoli punzoni per bucherellarne la superficie e creare effetti di ombra e di luce che danno l’impressione di un oggetto tridimensionale. vaso di gigli FISSO I CONCETTI ● ha uno stile attento ai dettagli che riproduce in modo quasi realistico; ● nell’Annunciazione fa parlare l’angelo come in un fumetto. SIMONE MARTINI