SAN GIORGIO E IL DRAGO Nel 1416 Donatello realizza la statua di San Giorgio, destinata a essere ospitata in una nicchia di Orsanmichele, oggi conservata nel museo fiorentino del Bargello. Il santo cavaliere è vestito con un’armatura coperta da un corto mantello e tiene davanti a sé un grande scudo crociato: nella posa appare pronto ad affrontare il nemico, come indica il suo sguardo intenso e concentrato. Nella parte inferiore della nicchia che ospita il San Giorgio si trova il bassorilievo che raffigura il santo mentre libera una principessa da un drago. Qui Donatello usa la tecnica rivoluzionaria dello (in fiorentino si usa per “schiacciato”). In pratica lo stiacciato viene adottato per lavori su lastre di marmo o pietra che presentano un nelle figure, rilievo che diviene quasi un’increspatura negli elementi secondari del fondo o del contesto ambientale. È una tecnica che porta in scultura la semplice forza espressiva del disegno. In le figure in primo piano sono a rilievo più alto, mentre il colonnato sulla destra e la grotta sono più schiacciati. Sul fondo, sono incise le nuvole e gli alberi. stiacciato rilievo minimo San Giorgio e il drago San Giorgio (1416-1417), marmo, h 209 cm e, in basso, San Giorgio e il drago, bassorilievo in marmo, 39x129 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. OSSERVO Per aumentare il senso di profondità ed evidenziare il centro dell’azione, Donatello usa qui le nuove regole della prospettiva brunelleschiana: il (P) è posto in corrispondenza della schiena del santo, dove si incrociano la (LO) e l’ (AB). LA PROSPETTIVA NELLO STIACCIATO punto di fuga centrale linea dell’orizzonte asse di simmetria