Cristo morto (1475-1478 ca.), tempera su tela, 68x81 cm. Milano, Pinacoteca di Brera. un capolavoro di prospettiva Il raffigura Cristo adagiato su una pietra e semicoperto da un lenzuolo (il sudario); accanto a lui, la Madonna, san Giovanni e la Maddalena in lacrime. Mantegna utilizza qui un artificio prospettico che prende il nome di : si tratta di una tecnica di rappresentazione che “accorcia” la figura, in questo caso facendo partire le linee di fuga dai piedi (che sono stati rimpiccioliti perché altrimenti avrebbero impedito di vedere il corpo) in primo piano e facendole riunire all’altezza della testa (che è stata ingrandita). In questo modo il pittore ci dà l’illusione di essere dentro la scena, davanti a Cristo. Una tecnica che accentua la forza espressiva dell’immagine per comunicare il dramma e il dolore per la morte di Gesù. Cristo morto scorcio FISSO I CONCETTI ● imita l’arte classica; ● usa la prospettiva per creare giochi illusionistici, ma anche per accentuare la forza espressiva; ● affresca la Camera degli Sposi del Palazzo Ducale di Mantova, la sua opera più importante. ANDREA MANTEGNA