A TU PER TU CON L’OPERA La Cappella Sansevero 1590, 1700 Napoli DATA LUOGO DOVE? QUANDO? PERCHÉ? La cappella viene fatta costruire nel 1590 da Giovanni Francesco di Sangro per ospitare le spoglie dei propri familiari e celebrarne il prestigio. Nel 1700 il principe Raimondo di Sangro decide di rivederne il progetto, in vista di un ampliamento, ed è lui stesso l’ideatore dell’intero ciclo decorativo della cappella. Le decorazioni pittoriche e scultoree e i temi rappresentati esprimono appieno, attraverso un complesso , gli e del committente. sistema di simboli interessi scientifici culturali CHE COSA VEDO? 1 La Cappella Sansevero è caratterizzata da un soffitto a volta completamente in modo da dare l’idea di uno spazio illusorio e appare riccamente , come è tipico del Rococò; presenta una pianta rettangolare costituita da un’ , ai lati della quale sono collocati archi a tutto sesto, scanditi da grandi statue, che immettono nelle piccole cappelle laterali, dove si trovano le tombe. Le numerose sculture presenti, tutte di altissimo livello formale e contenutistico, sono opera di diversi artisti. affrescato decorata unica navata 2 Al centro della , precede il maestoso la statua del , capolavoro tra gli esempi più alti della scultura di ogni tempo, realizzato nel 1753 da , un giovane artista napoletano. Il corpo di Cristo, con la testa leggermente piegata verso destra e sostenuta da due alti cuscini, è adagiato su un morbido materasso. Il volto scarno e il corpo magro, nel quale affiorano le ossa del costato, sono i segni evidenti della sofferenza provata. Cristo è coperto da un sudario, reso con una stupefacente tecnica esecutiva: il velo non cancella le forme del volto e del corpo, ma le esalta. navata altare Cristo velato Giuseppe Sammartino Giuseppe Sammartino, Cristo velato (1753), marmo, 70x180 cm. Napoli, Museo Cappella Sansevero. OSSERVO La statua allegorica del , scolpita da , raffigura un uomo in piedi che, con l’aiuto di un angelo, tenta di districarsi da una rete che lo avvolge quasi completamente per giungere così alla libertà e, simbolicamente, alla verità. Disinganno Francesco Queirolo