Le regge: Juvarra e Vanvitelli In Italia l’architettura del Settecento si distingue soprattutto per la presenza di due artisti: il messinese Filippo Juvarra e Lodewijk van Wittel, di origine olandese, italianizzato in Luigi Vanvitelli. Pur con notevoli differenze, entrambi si dedicano alla realizzazione di per le ricche famiglie regnanti. Entrambi sono inoltre grandi interpreti dello stile , caratterizzato dall’amore per l’artificio e per le decorazioni elaborate. In architettura questo gusto si traduce nella volontà di suscitare nell’osservatore stupore e meraviglia grazie all’uso di i. fastosi palazzi Rococò specchi e stucchi dorat Filippo Juvarra, Palazzina di Stupinigi (1729-1731). Torino. UN’ELEGANTE RESIDENZA DI CACCIA (Messina 1678 - Madrid 1736) è l’architetto della e a , nella capitale del Regno, realizza i suoi capolavori. Nei pressi della città, a , costruisce per il re Vittorio Amedeo II la , un luogo ideato per gli svaghi del sovrano e della sua corte. Questo raffinato edificio, con le sue linee sinuose e la sua fastosa fantasia decorativa, è un perfetto esempio di Rococò. A ispirare l’architetto è anzitutto la posizione: lavorando in campagna, Juvarra non è condizionato da altri edifici, ma si propone di integrare la sua architettura con il . Per questo circonda la Palazzina di ampi giardini, che la raccordano con il verde tutt’intorno. La struttura dell’edificio si organizza intorno al grande salone ovale con pareti curve presente nel , anch’esso ovale, da cui partono lunghi bracci che delimitano i cortili. Juvarra progetta personalmente anche le decorazioni e gli arredi. Gli ambienti sono molto luminosi: da tutte le numerose finestre entra una luce calda che si riflette sugli stucchi dorati e sugli . Filippo Juvarra famiglia reale Savoia Torino Stupinigi Palazzina di caccia paesaggio circostante corpo centrale affreschi illusionistici Il salone centrale della Palazzina di Stupinigi.