3.4 IL COGNITIVISMO: LA MENTE COME UN PC Ad aprire la strada al cognitivismo furono quegli psicologi che, definendosi neocomportamentisti, criticarono la teoria comportamentista ortodossa e gettarono le basi della nuova scuola psicologica che dalla seconda metà degli anni Cinquanta si impose nel campo della ricerca in psicologia. Non si trattò di una scuola unitaria di pensiero ma, piuttosto, di un particolare in cui si tendeva a indagare la capacità delle persone di acquisire, organizzare, ricordare e fare uso concreto della conoscenza alla base delle proprie azioni. I cognitivisti, quindi, studiavano la mente umana non attraverso l’introspezione, come Wundt, ma attraverso le . In altre parole, il campo di studio della psicologia si spostò dal comportamento osservabile ai , divenuti ormai una presenza innegabile per l’elaborazione delle informazioni. tipo di approccio allo studio della mente inferenze tratte dai comportamenti osservabili processi cognitivi Quando, a partire dagli anni Cinquanta, tale approccio si impose come scenario autonomo, vi confluirono : la psicologia sperimentale, la linguistica, la teoria dell’informazione e la cibernetica, ma anche le neuroscienze e la filosofia della mente. A proposito della linguistica, influenzarono il cognitivismo le teorie elaborate da Noam Chomsky (n. 1928), linguista, filosofo e teorico della comunicazione. In particolare, l’esistenza di strutture innate e universali, teorizzata nel 1965 da Chomsky per spiegare l’apprendimento del linguaggio dei bambini, permise ai cognitivisti di ipotizzare che tali strutture, di cui è dotata la mente umana, fossero funzionali non solo per imparare il linguaggio, ma anche per lo svolgimento dei processi cognitivi. contributi di diverse discipline : insieme degli eventi necessari all’acquisizione di informazioni e all’elaborazione a livello di conoscenze attraverso l’attività della mente. processo cognitivo L’elaborazione delle informazioni I cognitivisti seguivano un paradigma di ricerca che si accostava molto a quello comportamentista, pur interponendo tra lo stimolo (S) e la risposta (R), l’elemento intermedio di elaborazione mentale da parte dell’organismo (O). Si è parlato, in proposito, di ( ). La costruzione di modelli mentali avverrebbe dunque attraverso l’elaborazione delle informazioni, esterne e interne, compiuta da unità specializzate all’interno della mente. Molte ricerche cognitiviste seguirono un modello di tipo cibernetico, ipotizzando che fosse possibile replicare il funzionamento dei processi mentali applicando la logica dei calcolatori elettronici. L’ era basata sulle nozioni di informazione, canale, sequenza di trasmissione ed elaborazione dell’informazione, strutture in entrata (input) e uscita (output) dell’informazione dall’elaboratore, strutture di memoria. modello dell’elaborazione dell’informazione information processing analogia tra mente e calcolatore Secondo i cognitivisti gli stadi del processo cognitivo sono simili alle modalità di elaborazione dati da parte di un computer.