Un altro paradigma usato dai cognitivisti era quello dei : misurando la durata dei processi cognitivi azionati tra la presentazione dello stimolo e l’emissione della risposta motoria da parte dell’organismo, si poteva dedurre il e la in atto. Quanto più il tempo di reazione era lungo, tanto più l’elaborazione dello stimolo o la risoluzione del compito richiedevano l’intervento di processi cognitivi complessi e/o numerosi. Anche il era concepito ai fini della soluzione di un problema, con la possibilità di continui aggiustamenti per garantire la migliore soluzione. Venne così introdotto, sempre in prestito dalla cibernetica, il concetto di (“retroazione”), che acquistò centralità nelle teorizzazioni cognitiviste del comportamento orientato alla meta e dello svolgimento di un piano utile alla risoluzione di un problema. tempi di reazione grado di complessità quantità dei processi cognitivi comportamento come una serie di atti guidati dai processi cognitivi feedback : nel linguaggio tecnico e scientifico, il termine è equivalente all’italiano “retroazione”, che designa il processo per cui l’effetto risultante dall’azione di un sistema (meccanismo, circuito, organismo ecc.) si riflette sul sistema stesso per variarne o correggerne opportunamente il funzionamento. feedback Dal cognitivismo alla scienza cognitiva In , studio scientifico pubblicato nel 1967 dallo psicologo statunitense (1928-2012), sono riassunte le ricerche condotte nei dieci anni precedenti riguardo a questa nascente prospettiva psicologica che, da questo momento, viene definitivamente chiamata “cognitivista”. Neisser sostiene che i , in quanto sistemi complessi, anche se non possono essere visti direttamente dallo sperimentatore, comunque . In che modo? È l’autore stesso a fornire la risposta: «tutto quello che sappiamo della realtà è stato mediato non solo dagli organi di senso, ma da sistemi complessi, che interpretano continuamente l’informazione fornita dai sensi». Tuttavia, Neisser non si limita a riassumere il significato dello sviluppo del cognitivismo, ma si spinge anche nell’individuazione critica dei motivi di una revisione del fenomeno, sia teorica che metodologica. Tale revisione, in effetti, avverrà a partire da metà degli anni Settanta, grazie a una pubblicazione del 1976 dello stesso Neisser, . In quest’opera egli riassume gli aspetti problematici emersi nella letteratura psicologica cognitivista. Per l’autore è evidente che il cognitivismo aveva sì apportato nuovi e importanti contributi alla comprensione dei processi cognitivi, ma, allo stesso tempo, era degenerato in una , spesso privi di un effettivo valore applicativo esportabile nella vita quotidiana. In questo contesto critico emerge un orientamento nuovo, denominato “ ”, i cui aspetti principali vengono esposti dallo psicologo americano nel 1985 nel saggio . Per Gardner, la scienza cognitiva ha e analizza i (come la mente conosce, quali sono i suoi limiti ecc.), affrontati storicamente dalla filosofia occidentale, mantenendo valido il paragone con il pc come modello del funzionamento della mente e mezzo per simulare i processi mentali. Questo approccio ha per oggetto di ricerca le , capaci di organizzare e produrre conoscenza (simboli, regole, schemi, immagini), che si estende dai fattori individuali, come emozione e motivazione, ai fattori sociali e culturali. Le ricerche in campo cognitivista sono ormai la realtà di molti approcci di studio, che non si limitano più alla sola simulazione dei processi mentali con il calcolatore elettronico. Dall’idea di adattare le macchine e le sue funzioni all’uomo, in base ai processi cognitivi, e non viceversa, si è sviluppato un vasto campo di ricerca relativo alla progettazione ergonomica delle interfacce, degli strumenti, degli ambienti di lavoro, fino agli oggetti di uso comune. Recentemente, la psicologia cognitivista si è spinta verso altri campi di ricerca, come la e le . Tali campi di ricerca, con l’ausilio delle moderne tecniche di biomedica come la tomografia ad emissione di positroni (Pet) e la risonanza magnetica funzionale (fMri), hanno permesso di fare passi significativi nella conoscenza dell’architettura delle aree cerebrali coinvolte nelle diverse funzioni cognitive. Psicologia cognitivistica Ulric Neisser processi cognitivi possono essere individuati Conoscenza e realtà: un esame critico del cognitivismo miriade di esperimenti e modelli scienza cognitiva Howard Gardner La nuova scienza della mente. Storia della rivoluzione cognitiva natura interdisciplinare problemi della conoscenza rappresentazioni mentali neuropsicologia neuroscienze cognitive p. 22 T1 Le origini del cognitivismo