ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO L’ESAME 6 Il brano che segue è tratto da , opera incompiuta di Italo Calvino pubblicata postuma nel 1986 e composta da tre racconti dedicati a tre dei cinque sensi: l’olfatto, il gusto e l’udito. Dopo la lettura, svolgi le attività. Sotto il sole giaguaro E non facevo forse così quando la savana la foresta la palude erano una rete d’odori e correvamo a testa bassa senza perdere il contatto col terreno aiutandoci con le mani e col naso a trovare la strada, e tutto quello che dovevamo capire lo capivamo col naso prima che con gli occhi, il mammuth il porcospino la cipolla la siccità la pioggia sono per prima cosa odori che si staccano dagli altri odori, il cibo il non cibo il nostro il nemico la caverna il pericolo, tutto lo si sente prima col naso, tutto è nel naso, il mondo è il naso, noi del branco è col naso che sappiamo chi è del branco e chi non è del branco, le femmine del branco hanno un odore che è l’odore del branco, e poi ogni femmina ha un odore che la distingue dalle altre femmine, tra noi tra loro a prima vista non c’è molto da distinguere siamo tutti fatti allo stesso modo e poi cosa vuoi stare lì tanto a guardare, l’odore sì quello uno ce l’ha differente dall’altro, l’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere, non ci sono parole né notizie più precise di quelle che riceve il naso. Col naso mi sono accorto che nel branco c’è una femmina non come le altre, non come le altre per me per il mio naso, e io correvo seguendo la sua traccia nell’erba, esplorando col mio naso tutte le femmine che correvano davanti a me al mio naso nel branco, ed ecco che l’ho trovata ecco era lei che m’aveva chiamato col suo odore in mezzo a tutti gli odori ecco io aspiro col naso tutta lei il suo richiamo d’amore. […] C’è un odore nemico che mi viene nel naso ogni volta che mi sembra d’aver rintracciato l’odore della femmina che vado cercando nella pista del branco, un odore nemico che si mescola all’odore di lei, e io scopro i denti incisivi canini premolari e già sono pieno di rabbia, raccolgo pietre strappo rami nodosi, se non riesco a incontrare col naso quest’odore di lei almeno avessi la soddisfazione di trovare a chi appartiene quest’odore nemico che mi rende rabbioso. Il branco ha cambiamenti bruschi di direzione quando tutta la corrente ti si rivolta addosso, e a un tratto mi sento sbattere le mascelle per terra con un colpo di randello sul cranio, un calcio mi pesta il collo e riconosco col naso il maschio nemico che ha riconosciuto su di me l’odore della sua femmina e cerca di finirmi sbattendomi contro la roccia, e io riconosco su di lui l’odore di lei e mi riempio di furore mi rialzo sbatto la clava con tutta la forza finché non sento l’odore del sangue, gli salto sopra con tutto il mio peso gli percuoto il cranio con selci scheggiate rocce sfaldate mascelle d’alce punteruoli d’osso arpioni di corno, mentre tutte le femmine hanno fatto cerchio intorno e stanno ad aspettare chi vince. E chiaro che sono io che ho vinto, mi rialzo e brancolo in mezzo alle femmine ma non trovo quella che cerco, incrostato di polvere e sangue non sento più bene gli odori, tanto vale che mi alzi sulle gambe e cammini un po’ in piedi. Ci sono certi tra noi che hanno preso quest’abitudine di camminare senza posare mai le mani per terra e riescono ad andare anche svelti, a me un po’ mi gira la testa e alzo le mani per aggrapparmi ai rami come quando stavo tutto il tempo sugli alberi, ma poi m’accorgo che riesco bene a tenere l’equilibrio anche di quassù in cima, il piede s’appiattisce sul terreno e le gambe vanno avanti anche se non piego i ginocchi. A tenere il naso sospeso nell’aria certo le cose che si perdono sono tante: notizie che puoi tirar fuori annusando la terra con tutte le tracce di bestie che ci sono passate, annusando gli altri del branco specialmente le femmine. Ma si hanno in cambio altre cose: il naso più asciutto che sente odori lontani portati dal vento, i frutti degli alberi, le uova degli uccelli nei nidi. E gli occhi aiutano il naso, afferrano nello spazio le cose, le foglie del sicomoro, il fiume, la striscia azzurra della foresta, le nuvole. L'olfatto I. Calvino, , Arnoldo Mondadori, Milano 1995, pp. 23-25 Sotto il sole giaguaro