T2 Cody Kommers La memoria tra passato e futuro Cody Kommers è uno studioso di psicologia dell’università di Oxford, nel Regno Unito. Nel testo racconta come la nostra memoria sia fondamentale a ricordare, ovviamente, il passato, ma anche a immaginare il futuro: senza ricordi passati il nostro cervello non è in grado di ipotizzare scenari futuri. La creatività della memoria , in “Internazionale”, 23/29 giugno 2023 Nel 1985 lo psicologo estone canadese Endel Tulving […] illustrò il caso di un paziente affetto da amnesia, N.N., che aveva un grave disturbo della memoria. Tulving era interessato dal fatto che mentre alcuni aspetti della memoria del paziente erano danneggiati, altri sembravano funzionare normalmente. N.N. era perfettamente in grado di memorizzare una serie di numeri a caso. Aveva quella che gli psicologi cognitivi chiamano memoria semantica, cioè la capacità di ricordare fatti, date, nomi, numeri e altre informazioni astratte. Il problema era la sua memoria episodica: non riusciva a richiamare alla mente esperienze personali. Scriveva Tulving: “La conoscenza che N.N. ha del suo passato sembra avere lo stesso carattere esperienziale impersonale della conoscenza che ha del resto del mondo”. Era intima come, poniamo, quella della vita di Thomas Jefferson: un insieme di fatti astratti. Non riusciva a ricordare i particolari di nessun evento che aveva vissuto in prima persona: una festa di compleanno, una vacanza o un incontro. Il nocciolo dello studio di Tulving era la dissociazione tra memoria semantica ed episodica. Com’era possibile avere l’una senza l’altra? Ma lo scienziato si soffermava anche su un’altra osservazione che non sapeva bene come interpretare: N.N. non riusciva neanche a immaginare il futuro. In una conversazione con il suo paziente, Tulving cominciò con la domanda: “Cosa farà domani?”. Dopo una pausa, N.N. rispose: “Non lo so”. “Si ricorda la mia domanda?”, gli chiese Tulving. “Su quello che farò domani?”, disse N.N. “Sì”, continuò Tulving. “Come descriverebbe il suo stato d’animo quando cerca di pensarci?”. “Assente, suppongo,” rispose N.N. Incalzato da Tulving, N.N. descrisse i suoi tentativi d’immaginare il futuro “come stesse dormendo”. I suoi sforzi per immaginare un futuro personale sembravano inutili come quelli per ricordare un passato personale: “È come nuotare in mezzo a un lago. Non c’è niente che ti tenga a galla o con cui fare qualcosa”. Il caso di N.N. suggerì a Tulving che potesse esserci una connessione neurale tra memoria e immaginazione, che la capacità di pensare a ritroso al passato fosse strettamente legata alla capacità di pensare in prospettiva al futuro. […] “Noi siamo la nostra memoria”, scriveva Borges […]. È vero. Tutto quello che vediamo, facciamo e immaginiamo è costruito sull’esperienza passata, immagazzinata in frammenti rotti che devono essere riassemblati più e più volte, riflettendo il nostro passato nel presente e proiettandolo nel futuro. Rispondi Che cosa suggerisce a Tulving il caso di N.N.? Come mai il paziente non riesce a immaginare il futuro? Come interpreti la frase di Borges «Noi siamo la nostra memoria»? 1. 2.