Storia Le gare di atletica ebbero inizio nella Grecia antica con la prima Olimpiade del 776 a.C. Per la cultura greca che attribuiva grande importanza non solo alla forza fisica, ma anche all armonia, alla bellezza, alle proporzioni del corpo umano le feste olimpiche, che si svolgevano ogni quattro anni, attiravano folle di tifosi. In occasione dei giochi si sospendevano le guerre, i grandi poeti come Pindaro celebravano le lodi dei vincitori, gli scultori come Mirone (Il discobolo) ne immortalavano i corpi in azione. Per i Romani lo sport era soprattutto spettacolo e spesso era praticato dagli schiavi, che combattendo si salvavano la vita. Durante il Medioevo i cavalieri davano prova di coraggio, di abilità e destrezza nell affrontare i tornei e le giostre. Nel 1896 ad Atene, per iniziativa di Pierre de Coubertin vennero ripresi i Giochi Olimpici, senza però la presenza femminile fino al 1928 (e non in tutte le specialità). In Italia la pratica dell attività sportiva ha origini recenti (metà dell Ottocento) e serviva a preparare l esercito ai compiti militari. Dopo la Seconda guerra mondiale si andò ricostruendo l organizzazione sportiva che si polarizzò intorno a due ben distinte interpretazioni dello sport: quella di chi lo pratica a livello amatoriale o scolastico e che ha come scopo la cura della salute, l occasione di fare amicizie e la formazione del carattere, e l interpretazione molto diversa dei professionisti, che puntano al conseguimento dei risultati e richiamano grossi interessi finanziari. La Federazione Internazionale di Atletica Leggera (IAFF) nasce nel 1912, in Italia la Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) nel 1926. Sport Corsa 1. La partenza Nelle corse veloci (100 m, 400 m, 110 e 100 hs, staffetta 4 x 100) l atleta utilizza i blocchi di partenza per darsi la spinta iniziale. Nei 1000 m, che non prevedono l uso dei blocchi, si assume un atteggiamento di caricamento delle gambe abbinato a un leggero sbilanciamento del corpo in avanti. 2. Lo sviluppo della corsa La corsa si sviluppa in una successione di appoggi (frequenza); la distanza tra gli appoggi si chiama falcata. Il tempo di contatto del piede col terreno rappresenta il momento piuttosto breve di caricamento dell energia elastica, che viene restituita durante la spinta successiva. 3. La fase finale Riguarda gli ultimi istanti di gara, dove l atleta produce il massimo sforzo, sino al traguardo che si supera avanzando il busto. Nella corsa veloce si dovrà fare attenzione ad alzare gradualmente la postura di corsa, passando dalla fase di spinta a quella di trazione degli appoggi sul terreno. La difficoltà è quella di coniugare la lunghezza della falcata con la frequenza degli appoggi. 202 Sezione 6 Le attività sportive Fondamentali CORSE Partenza Sviluppo della corsa Fase finale SALTI Rincorsa Stacco Fase di volo Atterraggio LANCI Caricamento Lancio Finale Animazione Come disporre i blocchi di partenza L atleta dispone il primo blocco a due piedi di distanza dalla linea di partenza, il secondo blocco a tre piedi di distanza dalla linea di partenza (Fig.1). Sul primo blocco va collocato il piede più forte (abitualmente il piede destro per un mancino e il piede sinistro per un destro). Per riconoscere il proprio piede forte si può procedere così: si effettua un salto, e l ultimo piede con cui si lascia istintivamente il terreno (piede di stacco) è generalmente il piede forte. Fig. 1 Partenza dai blocchi Per esercitarti nella corsa 1 Eseguire andature specifiche: corsa ginocchia alte (skip), corsa calciata, doppio impulso, skip con l arto inferiore posteriore flesso al gluteo ecc. 2 Partire da varie posizioni (in piedi, seduto, supino). 3 Eseguire scatti, allunghi, progressioni per sperimentare frequenza e falcata: percorrere ad esempio 30 metri in 20 appoggi. 4 Partire dai blocchi: i primi passi sono corti a elevata frequenza, sino ai 30 metri, poi la falcata aumenta con la stessa frequenza.