12 Storia biennio V1.qxp_Layout 1 12/01/24 12:02 Pagina 337 3. Le riforme di Gaio Mario, uomo nuovo ROMA POTENZA DEL MEDITERRANEO armarsi ed essere arruolati. Nel 107 a.C. Mario attuò una radicale riforma dell esercito: arruolò cittadini nullatenenti, diede loro le armi e una paga regolare e promise di concedere la terra ai veterani che avessero servito nell esercito per almeno sedici anni. Fare il soldato divenne così un vero e proprio mestiere, aperto a proletari urbani, ex soldati, contadini senza più terra e anche a chi abitava nelle province. Uno dei capisaldi della potenza romana, l esercito, cominciava ad assumere caratteristiche completamente diverse rispetto al passato. Mario, appoggiato dai popolari, fu eletto console per cinque volte di seguito: la sua presenza era necessaria perché Roma era minacciata dalle tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni che si erano spinte a sud, avevano devastato la Gallia meridionale e sconfitto ripetutamente le truppe romane. Mario fermò i Teutoni ad Aquae Sextiae (oggi Aix-en-Provence, nella Francia meridionale) nel 102 a.C. e nel 101 a.C. sconfisse i Cimbri ai Campi Raudi (vicino a Vercelli, in base alle indicazioni degli storici antichi), catturando ben 150.000 schiavi. 3. Sintetizza il paragrafo organizzando le informazioni relative alle seguenti parole chiave: i piccoli proprietari terrieri; una paga regolare; la carriera militare come i proletari; i veterani; professione. La riforma dell esercito può avere conseguenze rischiose per la stabilità dello Stato. La riforma dell esercito aveva risolto i problemi di reclutamento, ma era anche una soluzione ai problemi sociali. I proletari impoveriti che affollavano Roma perché avevano perso i campi, contavano, grazie alle terre promesse al momento del congedo, di riacquistare anche la loro posizione sociale. Il servizio militare professionale diventava così anche il modo di reinserirsi nella vita politica della repubblica. Tuttavia, per lo Stato c erano rischi di destabilizzazione. Fino ad allora gli eserciti romani erano stati caratterizzati da un tradizionale spirito di disciplina e da un forte attaccamento alla patria. Da questo momento i soldati, lontani da Roma per anni, erano portati a essere fedeli ai loro comandanti piuttosto che alla repubblica e tendevano ad appoggiarli a qualunque costo perché i premi e le ricompense finali dipendevano dalle carriere dei generali. L esercito poteva così diventare uno strumento di potere nelle mani dei comandanti. 4. Perché la riforma dell esercito rischiava di destabilizzare lo Stato? Dopo la guerra sociale, Roma non è più una città-Stato, ma uno Stato che si estende sull intera penisola italica. La riforma dell esercito portò a un altra conseguenza immediata: al momento di spartire il bottino dopo le vittorie, come d uso, Mario volle concedere le terre ai soldati, mettendo gli Italici sullo stesso piano degli altri, ma il senato 107 a.C. Riforma dell esercito 102-101 a.C. Vittorie di Mario sui Cimbri e sui Teutoni 337 LE PAROLE Veterano. Soldato con molti anni di servizio.