Olpe Chigi

La qualità esecutiva dell’Arýballos Macmillan si ritrova anche in un altro splendido esemplare corinzio, l’Olpe Chigi (13) del 640-630 a.C., tanto che è stato proposto di attribuire entrambi i vasi alla mano dello stesso artista. L’olpe, un tipo di brocca per versare il vino con corpo allungato e bocca rotonda, prende il nome dalla collezione cui apparteneva dopo il suo ritrovamento all’interno di una tomba etrusca a Veio, vicino Roma.
Il vaso è alto soltanto 26 centimetri e mostra la superficie del corpo divisa in quattro registri, separati da tre fasce di colore nero e rosso. La spalla è decorata con una scena di battaglia tra opliti, distinti dal caratteristico elmo e dagli scudi, anche qui come nell’Arýballos Macmillan decorati con figure mitiche e animali. Colpisce la ricerca di una particolare tridimensionalità nella rappresentazione delle due schiere di soldati sovrapposte, i cui scudi sono mostrati dall’interno, per il gruppo di sinistra, e dall’esterno per il gruppo di destra (13A). Il registro centrale, invece, presenta una parata di cavalieri, simbolo dell’aristocrazia della pólis, e il giudizio di Paride, episodio mitico collegato alla guerra di Troia.
Le due scene sono separate da due sottili fasce con un terzo registro che presenta una caccia alla lepre, mentre il piede dell’olpe è decorato con una sequenza di triangoli sempre su fondo bianco. In base ai soggetti riprodotti, è stato proposto di interpretare le raffigurazioni come la sequenza delle attività che un giovane aristocratico della pólis corinzia doveva esercitare nel corso della sua formazione.

Olpe Chigi – Brocca in ceramica con corpo globulare, un’ansa singola e una bocca rotonda. La superficie è decorata con fasce narrative che raffigurano scene dettagliate, tra cui file di guerrieri con scudi rotondi e lance, cavalieri in marcia e animali. La decorazione è eseguita con la tecnica delle figure policrome su fondo chiaro. Il vaso presenta segni di restauro, con alcune parti mancanti.
13. Olpe Chigi, 640-630 a.C., ceramica, h 26 cm, da Veio. Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Olpe Chigi, particolare degli opliti – Dettaglio della decorazione del vaso che raffigura una scena di battaglia tra due schiere di opliti. I guerrieri sono disposti in formazione compatta, armati di lance, elmi crestati e grandi scudi rotondi decorati con figure mitiche e animali. Un personaggio non armato, probabilmente un flautista, accompagna la marcia dei soldati. La scena è resa con grande attenzione ai dettagli, evidenziando l'equipaggiamento e il movimento sincronizzato dei combattenti.
13A. Olpe Chigi, particolare degli opliti.

La ceramica protoattica

Oltre a Corinto, è ad Atene che spetta il merito di accogliere e reinterpretare i nuovi modelli orientali elaborando ceramiche, chiamate “protoattiche”, che mostrano rappresentazioni più ricche di figure pur conservando in parte spunti geometrici.

Anfora del Pittore di Polifemo

Un esempio sostanziale della produzione ateniese del periodo è l’Anfora del Pittore di Polifemo (14) (660-650 a.C.), ritrovata a Eleusi, in Attica, e anch’essa destinata a funzioni funerarie.
Il collo del vaso è decorato con l’episodio tratto dall’Odissea dell’accecamento del ciclope Polifemo da parte di Odisseo (Ulisse), scena che dà il nome all’artista. L’eroe greco è rappresentato con una linea di contorno nera riempita di bianco, distinguendosi chiaramente dalle altre figure interamente realizzate in vernice nera, ed è riprodotto con particolare dinamismo nel momento in cui sta accecando il ciclope.
Sul corpo dell’anfora è invece raffigurato l’eroe greco Perseo in fuga dopo aver decapitato Medusa, figura mitologica in grado di pietrificare le persone con lo sguardo. Le sorelle di Medusa, le gorgoni, inseguono l’eroe e sono rappresentate in modo fantasioso, con uno spesso contorno nero campito di bianco, come Ulisse, e con le teste che riprendono le forme dei calderoni bronzei.
Quest’anfora dimostra come anche ad Atene, intorno alla metà del VII secolo a.C., avvenga una rapida sostituzione dei vecchi modelli figurativi a favore di un’attenzione mirata a una rappresentazione più naturalistica dell’essere umano.

Anfora del Pittore di Polifemo – Grande vaso in ceramica con corpo globulare, collo espanso e anse traforate. La decorazione è suddivisa in fasce con scene figurate. Sul collo è raffigurata la vicenda di Polifemo, con figure umane stilizzate che sollevano le braccia. Sul corpo del vaso compaiono altri elementi narrativi, tra cui animali e motivi decorativi geometrici. La superficie mostra segni di restauro con alcune parti mancanti.
14. Anfora del Pittore di Polifemo, 660-650 a.C., ceramica, h 70 cm. Eleusi, Museo Archeologico.