Tempio di Zeus a Olimpia

Nel santuario di Olimpia, tra il 472 e il 456 a.C., viene eretto un tempio dorico perìptero dedicato a Zeus, la cui decorazione scultorea costituisce uno dei massimi esempi di stile severo. I due frontoni e le metope che decoravano il pronao e l’opistodomo con le imprese di Eracle rendono celebre il monumento e mettono in scena con grande efficacia l’espressione del potere divino. L’intera decorazione è attribuita a un artista di identità sconosciuta, convenzionalmente definito “Maestro di Olimpia”.
Il frontone orientale (76) accoglie una scena statica che raffigura il momento immediatamente precedente allo svolgimento di una gara di carri in cui è protagonista l’eroe Pelope, antico fondatore dei giochi olimpici da cui prende il nome la regione del Peloponneso.

Disegno ricostruttivo del frontone orientale del Tempio di Zeus a Olimpia: schema del timpano triangolare con rappresentazione mitologica. Al centro, le figure evidenziate in arancione rappresentano Zeus, affiancato da altre divinità e figure mitiche: a sinistra, Pelope e Ippodamia; a destra Sterope ed Enomao. Ai lati, cavalli, carri e figure sdraiate completano la composizione. La scena è simmetrica, con le figure centrali più grandi e quelle laterali progressivamente più piccole, adattandosi alla forma del frontone.
76. Disegno ricostruttivo del frontone orientale del Tempio di Zeus a Olimpia.

Secondo il mito, Enomao, re della città di Pisa nel Peloponneso, avrebbe concesso la mano di sua figlia Ippodamia soltanto a chi fosse riuscito a sconfiggerlo in una gara di carri. Essendo tormentato da un oracolo secondo il quale sarebbe morto per mano del proprio genero, Enomao uccideva tutti i pretendenti, ma Pelope, giunto a Pisa e subito innamoratosi di Ippodamia, con un inganno riesce a superare il re che muore nella corsa. Il frontone riproduce l’esatto momento che anticipa la gara in cui i personaggi, a partire da Zeus al centro, sono pervasi da un immobilismo imperturbabile in un’atmosfera sospesa prima dell’evento drammatico. Le figure sono ancora distinte da una visione frontale (77) e soprattutto appaiono isolate, legate alla stessa vicenda narrativa, ma ciascuna immersa nei propri pensieri, in attesa dell’avvio e dello svolgimento dell’azione.

Maestro di Olimpia, Sterope, Enomao, Zeus, Pelope, Ippodamia, sculture frammentarie del frontone orientale del Tempio di Zeus a Olimpia. Statue in marmo, alcune prive di testa e arti, raffiguranti figure mitologiche in atteggiamenti statici e solenni. Al centro, la figura di Zeus domina la scena, mentre ai lati si dispongono gli altri personaggi, con panneggi e dettagli anatomici scolpiti con grande cura.
77. Maestro di Olimpia, Sterope, Enomao, Zeus, Pelope, Ippodamia, dal frontone orientale del Tempio di Zeus a Olimpia, 472-456 a.C., marmo. Olimpia, Museo Archeologico.