Il Bronzo A, denominato anche “il giovane”, presenta capigliatura e barba particolarmente raffinate (83A), distinte da un forte chiaroscuro ottenuto dai riccioli delle ciocche modellate a parte. Nonostante la posa naturale, la testa voltata verso destra e i volumi della muscolatura ben definiti, la scultura risente ancora di quella rigidità tipica dello stile severo, come mostrano le spalle alla stessa altezza, senza inclinazione o torsione del busto.
Più morbido nelle forme appare invece il Bronzo B, detto “il vecchio”, per questo spesso datato a un momento di poco successivo. L’opera mostra tutti i precetti della scultura di piena età classica, come l’accentuata asimmetria delle anche e delle spalle e il petto portato leggermente indietro rispetto all’addome. La calotta cranica allungata e liscia (84A), invece, nonostante appaia meno accurata rispetto a quella del Bronzo A, serviva a mantenere saldo l’elmo sopra la testa.
Queste leggere discordanze stilistiche hanno portato a ipotizzare un’esecuzione delle due opere da parte di due artisti diversi. Numerose sono le congetture anche per quanto riguarda l’identificazione dei bronzi, interpretati solitamente come due eroi/guerrieri, in particolare secondo una proposta recente come personaggi legati ai miti della città di Argo. Come che sia, siamo davanti a due opere di eccezionale importanza, chiara testimonianza del passaggio definitivo dallo stile severo alla matura arte classica.

