Il santuario è dominato dall’ordine ionico, con colonne molto slanciate e capitelli particolarmente eleganti (103A), caratterizzati da un collarino sotto all’echino decorato da motivi vegetali e, per quelli angolari, dalla stessa soluzione adottata nel Tempio di Atena Níke. Il fregio era invece realizzato nella pietra azzurra di Eleusi, su cui erano applicate sculture ad altorilievo in marmo pentelico.

Eretteo, particolare di un capitello. Dettaglio di un capitello ionico in marmo, caratterizzato da volute laterali scolpite con precisione e decorazioni floreali lungo l’echino. La superficie del capitello presenta intagli raffinati con motivi vegetali e una linea di ovoli sotto l’abaco. La colonna scanalata sostiene l’architrave, che mostra segni di usura. Sullo sfondo, il cielo azzurro crea un contrasto con il bianco della pietra.
103A. Eretteo, particolare di un capitello.

Loggia delle Cariatidi. Nel luogo dove sorgeva la tomba di Cecrope, viene costruita la Loggia delle Cariatidi (105), collegata a nord da una scalinata con il vestibolo delle due celle di Eretteo e Poseidone. Si tratta di un portico coperto da un soffitto composto da eleganti cassettoni, la cui caratteristica principale risiede nella celebre loggia realizzata con sei kórai che si sostituiscono alla funzione delle colonne sorreggendo la trabeazione soprastante.

Eretteo, Loggia delle Cariatidi, Atene, Acropoli. Particolare della loggia dell’Eretteo, caratterizzata da sei statue femminili scolpite in marmo pentelico che fungono da colonne. Le figure, note come Cariatidi, presentano pose eleganti con abiti drappeggiati e capelli finemente lavorati. Sorreggono l’architrave con il capo, sormontato da capitelli scolpiti. La trabeazione è decorata con elementi geometrici e rilievi circolari. Sullo sfondo, la parete in pietra dell’edificio mostra segni di usura e restauri.
105. Eretteo, Loggia delle Cariatidi, 421-406 a.C., marmo pentelico, h statue 230 cm ca. Atene, Acropoli.

Le statue femminili, disposte simmetricamente tre a tre, mostrano la ponderazione di stile classico, con una gamba lievemente piegata in avanti e l’altra portante coperta dalle pieghe verticali della veste (105A); con una mano tenevano il peplo mentre con la mano libera reggevano una phiále, la coppa poco profonda utilizzata durante i rituali. L’architrave è a tre fasce, di cui l’ultima decorata con cerchi disposti regolarmente, ed è sormontato direttamente dalla cornice con dentelli senza il fregio, secondo una caratteristica tipica dell’ordine ionico dell’Asia Minore.

Loggia delle Cariatidi, particolare di una cariatide. Scultura in marmo raffigurante una figura femminile vestita con un lungo abito drappeggiato, con pieghe fluide che scendono lungo il corpo. La testa sostiene un capitello decorato, che funge da elemento architettonico portante. Il volto, parzialmente eroso, presenta tratti delicati e un'acconciatura elaborata. La figura poggia su una base, mentre le braccia risultano mancanti.
105A. Loggia delle Cariatidi, particolare di una cariatide.

GENERI E FORME

Sculture come colonne

L’architetto romano Vitruvio, nel I libro del suo De architectura, racconta la storia delle Cariatidi, donne di Karyes, città del Peloponneso che aveva parteggiato per i Persiani durante la guerra. Per vendicarsi, gli Ateniesi ridussero in schiavitù le donne della città e «costrinsero le loro immagini a sostenere il peso degli architravi nei pubblici edifici». Nascono così, secondo la leggenda, queste eleganti sculture femminili utilizzate come colonne, che già ornavano il Tesoro dei Sifni a Delfi e che si ritroveranno nell’architettura romana, per esempio nel Foro di Augusto (vedi p. 276).
Esistevano anche figure maschili con analoghe funzioni che prendevano il nome di Telamone, come nel tempio di Zeus ad Agrigento (vedi p. 166), o Atlante, dal nome del mitico titano costretto da Zeus a sorreggere l’intera volta celeste.


Atlante Farnese. Scultura in marmo raffigurante Atlante, il titano della mitologia greca, inginocchiato con il corpo inclinato in avanti mentre sorregge sulle spalle una grande sfera celeste. Il volto barbuto esprime fatica, con lo sguardo rivolto verso il basso. I muscoli sono scolpiti in modo dettagliato, evidenziando lo sforzo del personaggio. La sfera presenta incisioni raffiguranti costellazioni e figure mitologiche. Un drappo scende dalla spalla sinistra fino alla base della statua.
Atlante Farnese, II secolo d.C., marmo, h 185 cm. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.