L’intenso páthos che travolge l’intera scena e coinvolge emotivamente lo spettatore è la vera novità dell’opera, insieme all’esasperato ed energico movimento delle figure, in una dimensione inusuale rispetto alle precedenti gigantomachie. La sofferenza dei giganti, rappresentati come esseri mostruosi e anguipedi (con gambe serpentiformi), si contrappone alla sicurezza e alla fierezza delle divinità olimpiche, di cui quelle principali sono disposte sul lato orientale, opposto all’ingresso dell’altare ma il primo a essere visto quando si accedeva alla terrazza.

Le Moire in lotta con un gigante, particolare della Gigantomachia sul lato nord del Grande fregio. Scultura in marmo raffigurante due figure femminili, le Moire, che combattono contro un gigante barbuto. A sinistra, una Moira si scaglia sul gigante rappresentato con gambe serpentiformi e con le braccia sollevate nel tentativo di difendersi. A destra, c’è un’altra figura femminile, molto danneggiata, anche lei ritratta nell’atto di colpire. I drappeggi e i dettagli anatomici sono scolpiti con grande realismo, creando un effetto di movimento drammatico.
Le Moire in lotta con un gigante, particolare della Gigantomachia sul lato nord del Grande fregio.