Nonostante il Grande fregio sia sicuramente il prodotto di numerose mani, è possibile osservare un omogeneo e comune linguaggio artistico, forse coordinato dallo scultore ateniese Firomaco, chiamato a Pergamo dai sovrani attalidi intorno al 170 a.C.
| Piccolo fregio | Concepito come una narrazione unica costituita da episodi disposti in sequenza temporale, il Piccolo fregio dell’altare racconta la storia di Telefo, figlio di Eracle e mitico fondatore di Pergamo. La finalità dell’opera era quella di celebrare il progenitore della discendenza divina degli Attalidi, attraverso le vicende, dalla nascita alla morte, del figlio di Eracle, a sua volta figlio di Zeus.

A differenza del Grande fregio, il rilievo in questo caso è meno pronunciato, nonostante i personaggi siano disposti spesso su vari piani e con dimensioni che si adattano al piano. È stata più volte evidenziata una dipendenza del fregio da modelli pittorici, soprattutto per la presenza di elementi paesaggistici, come mostrano i rilievi raffiguranti la costruzione della barca con cui Auge, la madre di Telefo, fugge dal Peloponneso per sbarcare in Misia, la regione di Pergamo. Ancora, nella lastra di sinistra si osservano fronde di alberi sullo sfondo, mentre in quella di destra Auge avvolta in un lungo mantello è seduta sulle rocce, con accanto due ancelle: l’atteggiamento malinconico della donna esprime una dimensione più intima rispetto alla vistosa drammaticità del Grande fregio. Il trattamento delle superfici, come la resa morbida delle figure, la visione prospettica dei piani e gli elementi paesaggistici mostrano nel Piccolo fregio alcune sostanziali novità dell’arte pergamena che si incammina così verso forme più narrative.


EREDITÀ E CONFRONTI
| Un altare per la patria | Lungo le pendici del colle Campidoglio a Roma, tra il 1885 e il 1935 viene costruito un enorme monumento dedicato al re Vittorio Emanuele II, chiamato Vittoriano o Altare della Patria. La struttura è imponente, con un’altezza di 81 metri, ed è costruita in travertino e broccatino bresciano, un marmo particolarmente candido.
Gli architetti, tra cui Giuseppe Sacconi (1854-1905) e Gaetano Koch (1849-1910), si ispirano a diversi edifici del mondo antico, tra cui il grande Altare di Pergamo da poco venuto alla luce, e proprio a questo si rifanno soprattutto per i due avancorpi laterali e il colonnato continuo da cui si accede all’interno del monumento.

156 a.C.
Altare di Pergamo
DOPO
UN ALTARE PER LA PATRIA
1885-1935
Vittoriano, Roma.