I musei d’arte si differenziano in base al periodo storico a cui appartengono i beni che sono conservati al loro interno: ci sono quelli di arte antica, medievale, moderna e contemporanea. A seconda delle opere d’arte ospitate, si adottano differenti strategie espositive, conservative e comunicative che rendono questi musei delle realtà molto diverse tra loro.
MUSEI E PARCHI ARCHEOLOGICI
I musei archeologici contengono al loro interno reperti antichi che si collocano tra la Preistoria e l’età classica greco-romana. Le opere presenti in queste raccolte provengono prevalentemente da scavi, sono cioè state prelevate dal luogo di ritrovamento e trasferite altrove per la loro tutela. Si tratta di manufatti di valore artistico, ma anche di oggetti di uso comune che documentano la vita quotidiana del passato.
Nonostante il loro inestimabile valore storico-culturale, le collezioni archeologiche si trovano raramente in musei dedicati; più spesso sono conservate in poli che ospitano anche opere di epoca successiva: si pensi alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, famosissime per le collezioni rinascimentali, che hanno al loro interno anche una sezione archeologica, così come i Musei Vaticani a Roma o il Museo di Capodimonte a Napoli. Questo accade perché il numero di reperti non sempre è sufficiente a costituire un museo autonomo.
I parchi archeologici sono una sorta di “musei a cielo aperto”, perché sono siti caratterizzati dalla presenza di importanti reperti, organizzati e gestiti per permetterne la fruizione e nello stesso tempo la valorizzazione a fini scientifici e culturali. Tra i più importanti in Italia è sicuramente da ricordare il Parco Archeologico di Pompei, che continua ancora oggi a restituire reperti di valore inestimabile per la conoscenza della civiltà romana.

CASO STUDIO
Il Museo Preistorico ed Etnografico “Luigi Pigorini”
Il Museo delle Civiltà, a Roma, è stato fondato nel 2016 e racchiude diversi poli espositivi: il Museo Preistorico ed Etnografico “Luigi Pigorini”, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, il Museo dell’Alto Medioevo, il Museo d’Arte orientale e l’Ex Museo Coloniale.
L’organizzazione delle opere conservate, come spesso accade per i musei preistorici, è di tipo geografico, ovvero sono esposte in sezioni dedicate ai vari continenti.
La collezione conta quasi 150.000 oggetti e opere d’arte provenienti da contesti italiani e non: tra questi, la Tomba della Vedova contiene la sepoltura di un uomo con un ricchissimo corredo di vasi e armi e di una donna con una frattura cranica, che ha spinto a ipotizzare la sua uccisione in un rituale legato alla morte del marito, tesi oggi ritenuta dubbia.
Nei musei preistorici è necessario avere alcune accortezze conservative particolari: i reperti che tutelano sono infatti spesso delicatissimi, ad alto rischio di deperimento. Gli oggetti rinvenuti negli scavi sono più fragili poiché rimasti a lungo nel sottosuolo, in assenza o quasi di ossigeno, una situazione che cambia radicalmente al contatto con l’aria nel momento del loro rinvenimento. Per i reperti, una volta prelevati dallo scavo, comincia quindi un processo di deterioramento molto veloce che deve essere arrestato con specifiche tecniche. Per questo motivo la maggior parte delle sale di questi musei è caratterizzata da lunghe file di teche di vetro che mantengono i reperti archeologici in condizioni climatiche controllate.
