CON VER GENZE MUSE E ICONE di Jacopo Veneziani 1480-85 ca. / Sandro Botticelli Nella Firenze di inizio Cinquecento, sentendo affievolirsi le sue energie vitali, l anziano pittore Sandro Filipepi, detto il Botticelli, espresse il desiderio di essere sepolto nella Chiesa di San Salvatore di Ognissanti, ai piedi della tomba di una giovane donna morta oltre trent anni prima. Si chiamava Simonetta Vespucci ed era stata la pi celebre musa ispiratrice degli artisti del Rinascimento, definita dai suoi contemporanei nientemeno che «Venere vivente». Nel 1469, appena sedicenne, Simonetta, del casato nobiliare genovese dei Cattaneo, aveva sposato Marco Vespucci, rampollo di una famiglia di banchieri fiorentini e imparentato con quell Amerigo che, a inizio Cinquecento, avrebbe dato il proprio nome all America. Trasferitasi dunque a Firenze, la giovane inizi a frequentare insieme al marito le feste sfarzose e i sontuosi banchetti organizzati dai Medici nel loro palazzo di via Larga (l attuale via Cavour). Non pass molto tempo prima che i maggiori artisti della cerchia di Lorenzo il Magnifico notassero la prodigiosa bellezza di questa donna longilinea, dalla carnagione pallida, con gli occhi chiari e i capelli biondi e ondulati. A differenza di quanto si potrebbe credere vedendo oggi le innumerevoli cartoline che ne riproducono il volto, Simonetta non pos mai per un ritratto. Fino all inizio del Cinquecento, infatti, era considerato sconveniente per una dama altoborghese farsi immortalare da un artista. Come spiegare, allora, questo culto di Simonetta Vespucci negli ultimi decenni del Quattrocento? Che cosa aliment una tale venerazione per colei che, in fondo, era una delle tante giovani nobildonne presenti in citt ? Probabilmente, la sua morte prematura. Simonetta, infatti, scomparve a soli ventitr anni nel 1476, uccisa dalla tisi o forse dalla peste. A nulla valsero gli sforzi del medico personale di Lorenzo de Medici, inviato dal Magnifico in aiuto dei Vespucci. Il suo funerale, seguito da centinaia di fiorentini, diede avvio a una vera e propria campagna mediatica per usare un espressione contemporanea volta a renderne immortale l immagine. Artisti come Andrea del Verrocchio, Domenico Ghirlandaio, Filippo Lippi e Piero di Cosimo continuarono a raffigurare Simonetta negli anni a venire. 150 UNITÀ 2 A trasformarla nel prototipo di donna ideale del Rinascimento fu per soprattutto lui, Botticelli, che a venticinque anni, dopo gli studi con Filippo Lippi, aveva aperto bottega nel palazzo adiacente a quello in cui vivevano i coniugi Vespucci, in via del Porcellana, vicino a Borgo Ognissanti. A detta di molti studiosi, sarebbe stato proprio il volto della giovane donna ad aver ispirato quello di Afrodite nella famosa Nascita di Venere e ancora quello di Flora nell altrettanto celebre Primavera. Inoltre, nelle sue Vite de pi eccellenti pittori, scultori e architettori, Giorgio Vasari riferisce che, a met Cinquecento, nel guardaroba del duca Cosimo I de Medici era conservato un ritratto di colei «che fu l inamorata di Giuliano de Medici». Si trattava probabilmente del Ritratto di giovane donna ora allo St del Museum di Francoforte, dipinto da Botticelli tra il 1480 e il 1485. Gli accessori fantastici di questa giovane donna raffigurata a mezzo busto ma di dimensioni monumentali, molto superiori alle anatomie reali suggeriscono che non si tratta di un ritratto in senso stretto bens di un immagine ideale e probabilmente postuma. Il soggetto potrebbe proprio essere Simonetta Vespucci, dipinta nelle vesti mitologiche di una ninfa. E il pendente della collana visibile grazie alla rotazione del busto di tre quarti sembrerebbe confermare questa ipotesi. Si tratta, infatti, di una copia del Sigillo di Nerone, un antico cammeo appartenuto a Lorenzo il Magnifico, dettaglio che collocherebbe dunque questa dama nell immediato entourage dei Medici.