CON VER GENZE di Jacopo Veneziani SUL CONCET TO DI RIFARE L A NATUR A 1503-06 / Leonardo da Vinci Ogni anno, circa sei milioni di persone si accalcano al Museo del Louvre di Parigi per ammirare il volto pensoso, lo sguardo intrigante e il sorriso enigmatico di Lisa Gherardini, ritratta da Leonardo da Vinci su richiesta del marito della donna, il mercante fiorentino Francesco del Giocondo (da cui il nome Gioconda). Tra il 1503 e il 1506 l artista toscano lavor a quello che sarebbe diventato il dipinto pi famoso del mondo, per poi portarlo con s ancora incompiuto quando si trasfer a Milano. Il quadro non fu mai consegnato al suo committente e, nel corso degli anni, divent un vero e proprio laboratorio in cui Leonardo elaborava, sperimentava e metteva a punto le sue idee sulla pittura, sull uomo e sul mondo. Lo capiamo osservando il paesaggio che si apre sullo sfondo, aggiunto ben dieci anni dopo l inizio del ritratto, tra il 1513 e il 1515. L impressione che, oltre la balaustra, si apra un mondo primordiale, privo di piante, alberi e centri abitati. Se non fosse per la strada a sinistra e il ponticello a destra, sembrerebbe che nessun essere umano si sia ancora spinto tra le rocce, i laghi e i fiumi che scorgiamo in lontananza, resi vaghi e misteriosi dai toni sfumati e grigio-azzurri della prospettiva aerea messa a punto da Leonardo. Ma dove ci troviamo esattamente? Si ormai perso il conto di coloro che si sono convinti di aver identificato la location del ritratto. C chi ha riconosciuto il punto in cui l Arno riceve le acque della Val di Chiana, oltrepassata la campagna nei dintorni di Arezzo, chi vi ha scorto il Ponte Gobbo di Bobbio, ai confini tra Emilia-Romagna e Liguria, chi invece convinto che il pittore si sia ispirato alle formazioni rocciose prealpine della Valtellina, osservate durante il soggiorno a Vaprio d Adda, nella villa di famiglia del suo allievo Francesco Melzi. 266 UNITÀ 3 Siamo, per , davvero sicuri che lo sfondo della Gioconda derivi dall osservazione dal vero di un luogo reale? Martin Kemp, uno dei massimi studiosi dell artista-scienziato di Vinci, convinto che non sia cos . «Non c ragione di pensare che Leonardo abbia voluto rappresentare luoghi specifici nei suoi dipinti» spiega. «In tutti gli aspetti della sua arte (e della sua scienza)» prosegue «la sua preoccupazione era quella di ri-creare la natura sulla base della sua comprensione dei meccanismi che la regolano». I rilievi aguzzi e scoscesi scavati dall erosione, i due laghi formatisi a diverse altitudini, il letto serpentino del fiume non sarebbero dunque stati copiati da vedute particolari, ma costituirebbero una visione fantastica creata fondendo le decine di appunti, diagrammi e scorci abbozzati in diverse localit , studiando i processi geologici del nostro pianeta. dunque questo il motivo per il quale lo sfondo montuoso riconducibile a svariate vedute reali senza tuttavia corrispondere esattamente a nessuna di esse. Fior di studiosi hanno per notato quanto questo sfondo fantastico sia profondamente legato alla figura ritratta. Gi a inizio Novecento, lo storico dell arte Angelo Conti si accorse di come il macrocosmo alle spalle di Lisa Gherardini echeggi il microcosmo interiore della donna, il cui sorriso «passa nel paese in un serpeggiamento di fiumi e si allarga e l invade tutto intero e diventa il riso della natura». «Quel paesaggio» conferm anni dopo lo storico dell arte Adolfo Venturi «sembra creato per la figura che in esso vive», evidenziando la «sottile rispondenza armonica» tra lo «scenario fantastico di Dolomiti e di acqua» e «le increspature delle maniche con i serpenti meandri, le semidisciolte catenelle della chioma, i ritorti fili di luce correnti sulle pieghe, le fluide ondulazioni delle carni». Come potremmo, dunque, interpretare questa evidente corrispondenza? Oltre ad amplificare l universo emotivo e dunque il fascino della Gioconda, questa fusione tra uomo e ambiente riflette la convinzione di Leonardo dell esistenza di un armonia universale, un concetto che aveva gi evidenziato qualche anno prima nel celeberrimo Uomo vitruviano, iscrivendo un corpo statuario all interno di un cerchio e di un quadrato, simboli, fin dal Medioevo, del cielo e della terra. LEONARDO HA, INSOMMA, TRASFORMATO UN DIPINTO NATO COME RITRAT TO DI UNA PERSONA REALE IN UN OPERA MANIFESTO AT TRAVERSO LA QUALE LANCIARE UN MESSAGGIO UNIVERSALE.