PANORAMA ARTISTICO Roma tra classicismo e caravaggismo LA RINASCITA X Sotto il pontificato di Sisto V (1585-90) l attivit artistica della citt papale registra una crescita impressionante. A lui si deve la costruzione di grandi rettilinei, piazze teatrali e fontane. Sente il dovere, in preparazione al Giubileo del 1600, di trasformare Roma nel simbolo della vittoria sul protestantesimo, ma gli artisti a sua disposizione, dopo la diaspora del Sacco del 1527, sono pochi e, come scrive lo storico Rudolf Wittkower (1901-1971), «men che mediocri». Con l arrivo intorno al 1595 di Annibale Carracci da Bologna e Caravaggio da Milano, si pone fine al Manierismo secondo due differenti indirizzi artistici, classicista per il primo e realista per il secondo. Questi due orientamenti dominano la scena artistica romana fino al Giubileo del 1625, quando si affermer il Barocco. IL CLASSICISMO CARRACCESCO X Annibale si era formato a Bologna, la seconda citt dello Stato della Chiesa, che sul finire del Cinquecento vive un intensa stagione artistica. Qui nel 1582 aveva fondato con il fratello e il cugino l Accademia dei Desiderosi, poi chiamata degli Incamminati, dove gli artisti potevano esercitarsi nel disegno dal vero (anche di modelli nudi, proibiti dalla Chiesa) e studiare i maestri del primo Cinquecento: Raffaello e Michelangelo, tramite le incisioni, Correggio e i veneti. Giunto a Roma nel 1595 invitato dal cardinale Odoardo Farnese, Annibale stringe un legame fecondo e fertile di nuove idee con l arte del passato. Ne un esempio il Polifemo dipinto ad affresco nel Palazzo Farnese (6), modellato sull Ercole Farnese (III secolo d.C.), scultura antica a quell epoca nel palazzo Farnese, ora al Museo Archeologico di Napoli. La rinascita dell ideale classico promossa da Annibale trova terreno fertile a Roma, dove l Antico presente in ogni angolo cos che il suo entusiasmo trascina i giovani allievi della scuola bolognese nella citt papale. S 6. Annibale Carracci, Polifemo attacca Acis e Galatea, 1598-1600, affresco. Roma, Galleria di Palazzo Farnese. W 7. Caravaggio, San Matteo e l angelo, 1601 (prima versione), olio su tela, 232x183 cm. Gi a Berlino, KaiserFriederich-Museum, distrutto nel corso della Seconda guerra mondiale. LA FEDELTÀ AL VERO DI CARAVAGGIO X A differenza di Annibale, che giunge a Roma gi famoso, gli esordi di Caravaggio nella scena romana sono difficili. Caravaggio interpreta la pittura, anche sacra, in modo radicalmente nuovo rispetto alla tradizione manierista, rappresentando il vero cos come appare senza alcuna idealizzazione, ma con un profondo interesse per i drammi dell uomo. Attualizza persino i temi religiosi accogliendo riferimenti alla quotidianit povera e popolare, utilizzando un linguaggio espressivo comprensibile a tutti, anche rischiando il rifiuto dei committenti: il San Matteo e l angelo eseguito per la Cappella Contarelli (7) e distrutto nella Seconda guerra mondiale non fu accettato per il modo troppo umano e naturale, senza gerar- 356 UNITÀ 5 chie, con cui l angelo guida la mano del santo, quasi per assicurarsi della correttezza della stesura, e per l apparenza plebea dell Evangelista, con i piedi sporchi in primo piano, alla pari degli accattoni. Se l arte di Annibale Carracci viene apprezzata dai critici classicisti fedeli all Idea del Bello titolo di un importante testo di Giovan Pietro Bellori presentato nel 1664 all Accademia di San Luca la rivoluzionaria pittura di Caravaggio, morto nel 1610 senza aver avuto allievi, lascer una traccia profonda, attraendo anche artisti nordici, che imporranno il caravaggismo a livello internazionale.