CON VER GENZE di Jacopo Veneziani QUANDO ESSERE AVERE 1427-32 ca. / Robert Campin All inizio del Quattrocento, nella brulicante citt fiamminga di Tournai, situata nell attuale Belgio, tutti erano assorbiti dal lavoro. I mercanti che potevano permetterselo, per , si ritagliavano tra le mura domestiche un piccolo spazio da riservare alla riflessione, alla contemplazione e alla preghiera, quasi a voler bilanciare il lavoro con la vita spirituale, l attivit commerciale con il nutrimento dell anima. E i pi fortunati arricchivano questo angolo di tranquillit con opere d arte. Il Trittico dell Annunciazione dipinto da Robert Campin, un artista a capo di una fiorente bottega locale, fu realizzato proprio per questo scopo. Le sue tre ante di piccole dimensioni permettevano di piegare l opera, metterla sotto il braccio e portarla comodamente da una stanza all altra della casa, esattamente come faremmo oggi con un moderno tablet. L episodio illustrato nel pannello centrale del trittico un grande classico della storia dell arte: l arcangelo Gabriele appare alla Vergine Maria per annunciarle che dar alla luce Ges , il Figlio di Dio. In questo caso, per , c una novit . Non ci troviamo a Nazareth, la citt della Galilea dove avvenne l incontro divino narrato dal Vangelo secondo Luca, bens in una casa fiamminga di inizio Quattrocento. Guardiamoci intorno! C un paiolo in rame appeso in una nicchia, un panno steso sull antenato dei moderni portasciugamani, un parafuoco vicino al camino annerito dalla fuliggine, una panca in legno con quattro animali intagliati agli spigoli e sul tavolo ci sono un libro, un vaso in ceramica con dei gigli e una candela appena spenta dal soffio d aria generato dall atterraggio dell arcangelo. Prestate attenzione al realismo delle volute di fumo. Si alzano verso l alto per poi arricciarsi avanti e indietro su s stesse come accadrebbe nel mondo reale. davvero sbalorditivo! Sembra quasi che Robert Campin e i suoi assistenti abbiano voluto ambientare questa scena biblica nel salotto dei proprietari del trittico, i due coniugi raffigurati nel pannello di sinistra, inginocchiati in un giardino cinto da mura. Questo luogo, chiamato dagli storici dell arte hortus conclusus, compare spesso nelle opere legate all Annunciazione. infatti un simbolo della verginit di Maria, diventata madre di Ges pur restando un giardino chiuso in cui nessun altro uomo ha messo piede. Iniziamo dunque a intuire che ogni dettaglio fisico presente in questo dipinto rimanda, in realt , a idee 76 UNITÀ 1 spirituali. Lo conferma la piccola figura di Cristo che nel pannello centrale dalla finestra tonda pi vicina a noi guizza su uno scivolo di raggi dorati per raggiungere Maria. Questo il momento in cui Dio si fa carne e gli oggetti diventano simboli! Il libro appoggiato al tavolo, per esempio, non altro che un evocazione delle Sacre Scritture, le cui profezie sull arrivo del Messia si avverano proprio nell Incarnazione miracolosa di Cristo. E i gigli nella brocca l accanto? Con i loro petali immacolati, sottolineano la santit di Maria, pronta ad accettare il piano divino. Gli artisti fiamminghi conferivano spesso uguale importanza agli oggetti inanimati e alle figure umane, non tanto per esprimere la prosperit economica e culturale delle Fiandre, quanto per servirsi dei significati simbolici e teologici dei beni materiali per completare il loro racconto. L avere connota l essere. Non vi sembra per strano lo spazio in cui ambientato il dipinto di Campin? Il pavimento troppo inclinato, il tavolo e la panca sono leggermente deformati Si tratta di incongruenze apparenti che, agli occhi del pittore, rivelano una dimensione alternativa, un universo simbolico dove non vigono le leggi visive tradizionali. Le figure e gli oggetti protagonisti del Trittico dell Annunciazione ci conducono a riflettere su un nuovo mondo in cui dopo la nascita di Ges e soprattutto dopo la sua morte sulla croce possibile liberarsi dal peccato originale e riconciliarsi con Dio. Al supplizio finale di Cristo rimandano le tenaglie, il martello e i chiodi rappresentati nel pannello di destra, ambientato nella bottega di Giuseppe. Sul tavolo, riconosciamo anche una trappola per topi non ancora completata, un oggetto tutt altro che sorprendente per un fedele del Quattrocento. Nelle chiese dell epoca, infatti, risuonavano spesso queste parole di sant Agostino: «Il diavolo ha esultato quando Cristo morto, ma per la morte di Cristo, il diavolo stato vinto, come se avesse ingoiato l esca nella trappola per topi. La croce del Signore era una trappola per il diavolo, l esca con cui stato catturato era la morte del Signore». A dire la verit , qui, le trappole per topi sono due. Un altra, conclusa, appoggiata al davanzale della finestra, affacciata su una citt animata da persone indaffarate. Si trova l perch in vendita!