CON VER GENZE di Jacopo Veneziani IMMAGINARE MONDI IMPOSSIBILI . . 1745-60 / Giovan Battista Piranesi Il ventenne Giovan Battista Piranesi non stava pi nella pelle. Era quasi arrivato! Il profilo di Roma la citt che aveva tanto studiato e immaginato iniziava a delinearsi all orizzonte. Quante volte aveva sognato di camminare tra le rovine imponenti e i palazzi sontuosi dell Urbe! Ora, grazie al suo nuovo incarico di disegnatore al seguito dell ambasciatore veneziano, poteva farlo. Oltrepassate le mura aureliane, tuttavia, scopr che l immagine magnificata di Roma, tutta grandezza, gloria e potere, era ben distante dall attuale realt . A met Settecento, infatti, la citt aveva perso gran parte del suo antico splendore e la popolazione viveva spesso in condizioni di povert , affollando edifici fatiscenti, tuguri e catapecchie. Le imponenti rovine che la punteggiavano erano certamente ancora impressionanti, e continuavano a suscitare meraviglia e ammirazione, ma rendevano anche pi evidenti le difficolt affrontate dall Urbe nella sua storia recente. Questo contrasto tra il passato glorioso e il presente decadente di Roma stimol la fantasia smodata del giovane architetto Piranesi e fece crescere in lui, desideroso di rivaleggiare con la magnificenza antica, una forte tensione creativa. Aveva cos «tante idee in capo», scrisse il critico d arte Mario Praz (1896-1982), «che se il Signore gli avesse ordinato il progetto d un nuovo universo, avrebbe avuto la temerit d intraprenderlo». La seconda met del Settecento non era, tuttavia, il periodo migliore per intraprendere la carriera di architetto in Italia. Il fervore delle costruzioni che aveva caratterizzato l epoca d oro delle Signorie si era placato. Le importanti famiglie nobiliari locali che un tempo patrocinavano artisti, architetti e intellettuali, avevano perso gran parte del loro potere e molte regioni italiane erano ormai controllate da sovrani fisicamente lontani. Solo il pontefice manteneva ancora una posizione di forza sufficiente per permettersi il lusso del mecenatismo, ma gli investimenti nelle costruzioni e nelle arti si erano ormai notevolmente ridotti. Non potendo trovare impiego come architetto e costruire edifici maestosi, Piranesi decise allora di immaginarseli, esprimendo la propria creativit attraverso l arte grafica. Nacque cos il grande progetto della sua vita, le Invenzioni capricciose di Carceri (pi note con il titolo della loro seconda edizione: Carceri d invenzione), una serie di incisioni realizzate 46 UNITÀ 1 tra il 1745 e il 1760 in cui d vita ad architetture intricate e impossibili che, non avendo vincoli fisici, Piranesi immagin spingendosi ben oltre i limiti della realt . L architetto mancato sembra trascinare nelle viscere della terra i monumenti romani che aveva studiato tombe, ponti, teatri e acquedotti antichi, ma anche grandiose cupole barocche , creando un labirinto di passaggi, corridoi e gallerie, passerelle e ponti sospesi, scale in pietra ascendenti e discendenti, pilastri, archi e profondi vestiboli che si intersecano in modo intricato, illogico e apparentemente senza fine. « quasi impossibile pensare che ne siano potuti partire gli operai», notava ancora Mario Praz, «e l immaginazione crede di sentirli lamentarsi, piangere, urlare, di stanchezza, di fame, di disperazione dietro i loro lavori imprudentemente finiti». In effetti, un atmosfera di grandezza oppressiva, confusione e meraviglia traspare da questo universo sotterrano e labirintico, dove i giochi di luce e ombra, oltre a conferire profondit alle strutture, intensificano il senso di mistero e incertezza. Ci ritroviamo, insomma, in un mondo cupo in cui regna la schiavit , la rovina, la desolazione. Dove sono finite le simmetrie armoniose che hanno dominato l arte europea fino all inizio del Settecento? La scrittrice francese Marguerite Yourcenar (1903-87), autrice di un saggio dedicato alla mente nera di Piranesi, considerava le Carceri un «mondo privo di centro [ ] in perpetua espansione», un universo trionfale «aggomitolato su s stesso» e «matematicamente infinito», fonte di turbamento e malessere. ALCUNI INTERPRETANO QUESTI SPAZI INTRICATI COME ESPLORAZIONI DEL LATO OSCURO DELLA MENTE UMANA, ALTRI COME UN MONUMENTALE EPITAFFIO DI «TUT TO QUELLO CHE L ITALIA AVEVA AVUTO DI CIVILTÀ, DI SUBLIMITÀ DI MOLI MAGNIFICHE, DI GLORIA D IMPERATORI E DI PONTEFICI». Entrare nelle Carceri significa compiere un viaggio straordinario in una delle menti creative pi originali e sorprendenti del Settecento, la prima a dare espressione all illogico e al surreale.