MODELING
Come testo modello per la lista, prendiamo ispirazione da un libricino del 2004, Mi ricordo, pubblicato da Matteo B. Bianchi. L’autore riprende un’idea dell’artista americano Joe Brainard (I Remember), poi rielaborata da George Perec nel 1978 (Je me souviens): tutti e tre questi libri infatti sono dei cataloghi di ricordi, che fluiscono liberamente, a volte connessi e a volte no. Proviamo a leggerne un pezzo tratto dall’opera di B. Bianchi:
Mi ricordo quando il lavandino del bagno mi arrivava al mento.
Mi ricordo l’asilo dalle suore.
Mi ricordo che all’asilo di pomeriggio ci obbligavano a fare il “riposino” da seduti, con la testa appoggiata al banco. Per quanto scomodissimo, ci addormentavamo comunque.
Mi ricordo le vacanze coi nonni.
Mi ricordo le domeniche all’oratorio.
Mi ricordo la gazzosa verde (alla menta) che bevevo con una stringa di liquirizia come cannuccia.
Mi ricordo che sugli armadietti dell’asilo c’erano delle figurine perché potessimo riconoscerli senza saper leggere.
Mi ricordo che all’asilo c’erano tre classi: “i piccoli”, “i mezzani” e “i grandi”.
Mi ricordo che sui piatti della mensa c’erano dei disegni e la suora ci incitava a mangiare tutto, così che avremmo scoperto quale figura era nascosta sotto il cibo.
Mi ricordo che ero sempre l’ultimo a finire. (Io e una bambina di nome Claudia.)
[...]
Mi ricordo la sfilata delle maschere di Carnevale al cinema dei preti.
Mi ricordo un panificio, che ora non c’è più; era in una vecchia corte e ci andavo a comprare la pizza.
Mi ricordo che durante tutto il periodo delle elementari ho giocato a pallone una sola volta e ho anche segnato un gol.