Sapevi che esistono delle regole d’oro per la scrittura? Una di queste è lo show don’t tell, che significa “mostra una scena invece di spiegarla“.

ISTRUZIONE ESPLICITA

1. Individua nella tua bozza i punti in cui i personaggi provano un’emozione: sottolinea la parte. Cerca frasi come «Era furioso», «Ero felicissima» ecc.

2. Immagina la situazione: come si comporta il personaggio? Figurati i movimenti e cambiamenti del corpo. Com’è il viso? Che cosa fanno le mani? Come si muove?

3. Riscrivi la frase di fianco a quella iniziale o su un post it grande, indicando questi nuovi elementi. Prova anche similitudini o metafore per rafforzare l’idea.

4. Se la nuova frase ti sembra più efficace permostrare l’emozione del personaggio, cancella la frase iniziale.

MODELING

Ogni testo è intriso di emozioni e sensazioni: è questo che lo rende appassionante. Lo scopo di chi scrive non è informare il lettore delle emozioni che prova il personaggio, ma mostrargli com’è quel personaggio nelle varie situazioni. In che modo?
Prendiamo come esempio una parte del racconto di Stephen King (rr. 50-55):

La perforatura del timpano fu un dolore fuori del mondo. Urlai. Sentii un rumore dentro la testa, uno schiocco come di un bacio sonoro. Dall’orecchio mi colò fuori un fluido caldo e fu come se mi fossi messo a piangere dal buco sbagliato. Dio sa quanto già piangevo da quelli giusti. Sollevai la faccia inondata e guardai incredulo il dottore delle orecchie e l’infermiera del dottore delle orecchie.

L’autore mostra ogni sua reazione al dolore. Un’azione: urlai; una sensazione uditiva: sentii un rumore dentro la testa; alcune sensazioni tattili: dall’orecchio mi colò fuori un fluido caldo; la faccia inondata; infine ancora un'azione: guardai incredulo. Le similitudini sono immagini forti: uno schiocco come di un bacio sonoro; come se mi fossi messo a piangere dal buco sbagliato. Accade lo stesso quando King descrive il suo stato di salute, e non si limita a dire che aveva la febbre ma specifica: Avevo trentanove di febbre e, ogni volta che deglutivo, il dolore mi accendeva la faccia come un juke-box (rr. 31-32).

Consideriamo uno stile diverso con cui si può rendere la strategia show don’t tell, quello di Ginzburg nel finale di Le scarpe rotte (rr. 63-71):

Mia madre si prenderà cura di me, m’impedirà di usare degli spilli invece che dei bottoni, e di scrivere fino a notte alta. E io a mia volta mi prenderò cura dei miei figli, vincendo la tentazione di buttar la vita ai cani. Tornerò ad essere grave e materna, come sempre mi avviene quando sono con loro, una persona diversa da ora, una persona che la mia amica non conosce affatto.
Guarderò l’orologio e terrò conto del tempo, vigile ed attenta ad ogni cosa, e baderò che i miei figli abbiano i piedi sempre asciutti e caldi, perché so che così dev’essere se appena è possibile, almeno nell’infanzia [...]

Nella frase in grassetto due aggettivi esplicitano l’atteggiamento che la protagonista adotta nel ruolo di madre, concretizzato dai gesti che poi elenca e sono evidenziati nel brano. Le scarpe rotte sono appunto il correlativo oggettivo, cioè un modo concreto di mostrare come si comporta lontano dalla famiglia.

ORA PROVA TU

Individua nel tuo testo tutti i punti in cui emozioni e sensazioni possono essere rese in modo coinvolgente rappresentando anche gesti e atteggiamenti. Immagina la scena come fosse davanti a te. Nel caso dell’autobiografia, saranno emozioni che hai provato in prima persona. Guardarsi dall’esterno è difficile, ma chi meglio di te sa come diventi quando ti arrabbi o quando scoppi di gioia?