49 – ALESSANDRO MANZONI (Milano, 1785 – 1873)

Il cinque maggio

Tratto da Tutte le poesie
Data della prima pubblicazione: 1821

Ei fu. Siccome1 immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,2
5 così percossa, attonita
la terra al nunzio3 sta,

muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
10 orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.

Lui folgorante in solio4
vide il mio genio e tacque;
15 quando, con vece assidua,5
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sonito
mista la sua non ha:

vergin di servo encomio
20 e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al subito6
sparir di tanto raggio;
e scioglie all’urna un cantico
che forse non morrà.

25 Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo7 il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
30 dall’uno all’altro mar.

1. Siccome: come, in correlazione con il così del v. 5.
2. tanto spiro: tanto grande spirito.
3. nunzio: annuncio, notizia.
4. in solio: al soglio, al trono imperiale.
5. con vece assidua: con alterne vicende.
6. subito: improvviso.
7. quel securo: quell’uomo così deciso e sicuro di sé.

UNA PAROLA PER TE
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