Angiolieri consacra la sua intera produzione a questo genere. Leggendo il suo canzoniere, emerge del poeta l’immagine di uomo insofferente alle regole e alle strutture del proprio tempo, indisciplinato cantore dell’amore in tutte le sue forme, anche quelle più meschine. È esemplare, Angiolieri, proprio di quel filone poetico che, a partire dall’accoglienza della passione in tutte le sue forme, rovescia in pieno gli ideali canonici dello Stilnovo: l’amore di Cecco è fatto di tradimenti, liti, ripicche, la sua donna è lontanissima dalla rarefatta e angelica bellezza delle figure femminili descritte da Dante e Guinizzelli (vedi ): essa appare in tutta la sua umanità, con i suoi difetti, volubilità e vizi. P. 522 PERCHÉ LO HA SCRITTO Il è un tipico componimento provenzale in cui l’autrice o l’autore ritrae ed elenca una serie di immagini, sensazioni, situazioni particolarmente gradevoli. In questo sonetto, Angiolieri parte da quel modello per rovesciarlo: gli auspici che si susseguono, infatti, non intessono un quadretto gioioso e armonioso, ma al contrario si costituiscono in un inno alla distruzione e alla beffa. Chiaro intento dell’autore è qui criticare tanto la società comunale medievale (come ti risulterà evidente dai riferimenti a imperatore e papa nella seconda strofa) quanto la sua stessa famiglia (nella prima terzina augura infatti la morte ai genitori); ma la sua critica si allarga al mondo intero, nella sua materialità (fuoco, vento, acqua) come nella sua dimensione spirituale (Dio). La comica (e cosmica!) critica di Angiolieri si scioglie infine, nella terzina conclusiva, in un amore che è ben distante dagli ideali stilnovistici e che si concretizza, di fatto, in una fantasia erotica tutta terrena. Emerge dunque dal componimento un’evidente critica alla prospettiva dell’amor cortese (vedi , ) che ha contraddistinto tanta della poesia medievale che hai letto finora. Quando si legge Cecco Angiolieri nella nostra epoca, bisogna anche fare attenzione nell’interpretare i dati biografici: la sua poesia, all’apparenza così spontanea, potrebbe essere fraintesa come espressione veritiera e autentica. In realtà Cecco costruisce su di sé una figura in parte letteraria, con caratteristiche stereotipate (una sorta di personaggio che rappresenta e camuffa l’io). plazer WIKI – PER SAPERNE DI PIÙ SULLA LETTERATURA DELLE ORIGINI P. 548