PERCHÉ LO HA SCRITTO Il racconto del riconoscimento di Odisséo da parte della moglie è denso di accenti diversi, tutti necessari a suscitare in chi legge un’emozione forte. All’inizio la durezza di Penelope e la stizza di Odisséo prolungano una situazione di tensione che ormai dovrebbe essere sciolta. Infatti, dopo aver mantenuto il controllo in situazioni ben più angoscianti, l’eroe perde la pazienza proprio di fronte all’ostinato silenzio della moglie. Ma si tratta solo dell’ennesima prova da superare. Il segreto del letto poteva essere narrato in pochi versi, invece Omero lascia che Odisséo racconti in modo preciso le caratteristiche del talamo nuziale: nessuno può spostarlo, perché è stato ricavato direttamente dal tronco di un ulivo ancora piantato nel terreno e l’intera stanza nuziale è stata costruita intorno all’albero, e quindi intorno al letto. A livello simbolico, l’unione con Penelope è il perno dell’esistenza stessa di Odisséo, la mèta del suo viaggio, il premio della sua pazienza: per questo Omero ha potuto dilungarsi senza che il racconto perdesse potenza. Quel letto è il segreto che i due sposi condividono, ciò che permette loro di riconoscersi. È un finale così atteso e desiderato che la dea Atena deroga alle leggi della natura: ritarda l’arrivo dell’Aurora, lascia che quella prima notte duri abbastanza da colmare il desiderio che Odisséo e Penelope hanno di parlarsi, di tornare ad amarsi. CONCLUSIONE (Libro XXIV) Odisséo e Penelope vivono una lunga notte d’amore e di racconti. Intanto le anime dei pretendenti seguono Hermes nell’Ade, dove raccontano all’ombra di Agaménnone i fatti della loro morte e anche l’inganno con cui Penelope li aveva tenuti in sospeso: aveva promesso che avrebbe scelto come marito uno di loro quando avesse finito di tessere la tela per il sudario del suocero. Solo che di giorno la tesseva, di notte la disfaceva. Odisséo invece, quando sorge il mattino, vuole rivedere suo padre Laérte e va a trovarlo in campagna. Il vecchio è lacero e sporco e l’eroe rimane addolorato vedendolo così. Presto, però, la gioia dell’incontro prevale su ogni altra emozione. Purtroppo, un nuovo pericolo minaccia Odisséo: le famiglie dei pretendenti vogliono vendetta e sono in rivolta. Ancora una volta è la dea Atena a intervenire, placando gli animi. Non è più tempo di guerre.