3 SEBASTIANO VASSALLI Genova, 1941 Casale Monferrato, 2015 L AUTORE Un infinito numero Data della prima pubblicazione: 1999 Era una bella giornata d autunno. Oltre il muro del giardino e di l dagli alberi, si sentiva il rumore delle grandi macchine trebbiatrici che lavoravano nei cam- 5 10 15 20 25 30 pi alla raccolta del riso. Si sentivano e non si vedevano, perch passavano altissimi sopra le nostre teste, gli aeroplani in partenza o in arrivo dall aeroporto di Milano Malpensa; e c erano anche, in sottofondo, le voci della natura. (Lo stormire delle fronde, il cinguettio degli uccelli non sono ancora scomparsi del tutto da questa parte del mondo che la pianura del Po, ma non sempre possibile ascoltarli, in una realt ormai interamente dominata dai rumori meccanici.) «Il tempo», disse Timodemo, « pieno delle nostre storie e non sa cosa farsene. E anche noi, che siamo i personaggi di quelle storie, niamo poi sempre per soffermarci su un dettaglio, e perdiamo di vista l insieme». Si sedette su una panchina in fondo al viale, e alz la toga per non calpestarla. Soltanto allora feci caso a come era vestito, e anche a un cerchio d oro che portava al polso della mano sinistra e che rappresentava l uroboros, il serpente che inghiotte s stesso. Una delle immagini pi antiche, e pi universalmente note, del tempo. L uomo che mi stava davanti dimostrava una cinquantina d anni. Aveva la barba grigia, era un po calvo e parlava un latino per me abbastanza comprensibile, grazie ai ricordi di liceo e d universit . Mi indic un gruppo di miei personaggi, uomini e donne, che passeggiavano tra gli alberi e parlavano tra di loro in modo piuttosto animato. «Osservali con attenzione», mi disse. «A vederli da qui, sembra che si debbano scambiare chiss quali notizie. Ma se ti avvicini e li ascolti, ti accorgi che ognuno di loro sta soltanto recitando una parte: la sua parte, e continua a ripeterla...» Ricordo di aver provato un moto di fastidio, per quello sconosciuto che si AUDIO LETTURA permetteva di criticare i miei personaggi. Chi credeva di essere? Non era anche lui un personaggio come gli altri, venuto nel mio giardino per lo stesso motivo per cui ci venivano tutti? «Se devi raccontare una storia», gli dissi, «raccontala. Io ti ascolto. Ma, per favore, risparmiami questo genere di considerazioni ». Lo guardai e vidi che sorrideva. Chiss cosa aveva voluto farmi intende- { T E S T I M O D E L L O} 335