PERCHÉ DEVI LEGGERLO Se cerchi un romanzo che esca dagli schemi YA ( ), fa certamente al caso tuo. Se dovesse piacerti e farti venire voglia di approfondire, puoi usarlo come ponte per avvicinarti a un altro famoso romanzo, più corposo e complesso, sul mondo antico: (1951) della scrittrice francese Marguerite Yourcenar (1903-1987), con il quale condivide l’incontro con il mondo romano e lo sguardo (a tratti poetico ma sempre lucido) sull’animo umano. Grazie a potrai esplorare in modo inconsueto non solo le vicende che hanno portato alla composizione dell’ di Virgilio, ma anche l’immaginario che sta alle spalle dell’opera, collegato soprattutto al mondo etrusco. La scrittura ti terrà in bilico tra la riflessione sugli eventi e sulla vita in generale e l’azione di scoperta e avventura. Quanto al titolo, per capirne il significato, dovrai leggere il libro per intero. Young Adult Un infinito numero Memorie di Adriano Un infinito numero Eneide PERCHÉ LO HA SCRITTO Con questo romanzo, Sebastiano Vassalli si è confrontato con almeno tre grandi dimensioni della scrittura, secondo uno schema che ha il suo modello maggiore nel romanzo di Umberto Eco (1980), considerato una combinazione fra testo storico, narrativo e filosofico. La prima grande dimensione è quella del romanzo storico. Come hai potuto verificare già nelle prime pagine, la ricostruzione del mondo antico è particolarmente fedele: troverai descritte, anche solo per alcuni dettagli, almeno tre civiltà (quella greca, quella romana, quella etrusca) in tre momenti diversi della loro evoluzione. Attraverso lo sguardo di Timodemo potrai notare certi particolari, e confrontarti con situazioni, anche di tipo sociale, molto lontane da quelle che conosci; una su tutte è proprio la condizione degli schiavi, di cui si parla sin dall’inizio del romanzo, ma non solo. Entrerai in contatto con grandi figure storiche come Virgilio, Mecenate e Ottaviano, e con un preciso periodo della storia romana, ossia la parte finale delle guerre civili (iniziate nel 44 a.C. con l’assassinio di Giulio Cesare e conclusesi con la battaglia di Azio, nel 31 a.C.). Una seconda dimensione è quella della finzione, già chiaramente annunciata nell’incipit. non può essere, infatti, definito un romanzo puramente storico: il soprannaturale è presente in modo evidente, e anzi domina una parte centrale della trama. Si tratta di un profondo gioco a intreccio, come se le pagine fossero molteplici specchi che fanno rimbalzare tra loro un’immagine: Timodemo e gli altri personaggi scoprono la vera storia di Enea, un Enea “storico” ben diverso da quello “immaginario” raccontato da Virgilio; eppure questo incontro avviene in un modo fantasioso – irreale secondo la nostra sensibilità – e perciò ancora più affascinante e misterioso. Una terza dimensione è quella della riflessione sulle vicende narrate. Il confronto con l’antico genera in noi lettori e lettrici un inevitabile paragone con l’attualità, da una parte, e con la propria vita, dall’altra; le sequenze riflessive, mai troppo invadenti ma comunque presenti e costitutive dell’opera, ci mettono dunque in contatto con la parte più intima dei pensieri di Timodemo e nostri. A queste tre dimensioni principali potremmo aggiungerne una quarta: quella del romanzo d’avventura e, in parte, di , che rende particolarmente godibile immergerci in questa storia. Il nome della rosa Un infinito numero suspense