In quella regione, fenomeni sismici di grande intensità sono accaduti molte volte nell’arco dei secoli, e la loro conoscenza è stata codificata e incorporata in leggende, narrazioni mitiche, storie locali e fiabe da tramandare: ciò mostra il grande valore di una etnodiversità che salva la vita. Al contrario, in Thailandia i responsabili del Dipartimento meteorologico hanno sottovalutato l’allarme perché la loro memoria si era focalizzata sul 1998 quando era stato previsto uno tsunami sulla costa di Puket che poi però non si era verificato. Furono condannati da tutti per aver allontanato i turisti provocando ingenti danni economici senza un reale motivo.
La precondizione culturale in questa circostanza è stata quindi il non dare ascolto alle conoscenze dei nativi e alla memoria della terra.
2.4 STORICIZZARE LA VULNERABILITÀ
Gli antropologi americani contemporanei Susanna Hoffman e Anthony Oliver-Smith sono considerati i maggiori studiosi ad avere dato impulso all’antropologia dei disastri. Uno dei loro volumi più famosi, dal titolo Catastrofe e cultura: l’antropologia dei disastri (2002), riassume il punto chiave di questo ambito di studi: per l’antropologia culturale il disastro è un fenomeno che si manifesta nel punto di connessione fra società, tecnologia e ambiente; è sempre un processo dinamico causato dalle interazioni profonde fra queste tre sfere. Contro la semplificazione interpretativa dei fenomeni, che riduce tutto a una questione tecnico-fisica, e contro il fatalismo irresponsabile per cui gli esseri umani sono in balia di una natura imprevedibile e capricciosa, fare antropologia dei disastri significa studiare la struttura diacronica dell’evento estremo, cioè il suo divenire nel tempo, mediante due operazioni:
- ricostruire la storia politica, economica, culturale dei gruppi sociali coinvolti;
- ricostruire la storia fisica, climatica e geologica dei territori coinvolti.
Porre in relazione fra loro le biografie di comunità con le biografie di luoghi significa storicizzare la vulnerabilità e individuare le precondizioni di un disastro, per comprenderne la dinamica e poterlo evitare.
PER LO STUDIO
1. Che cosa si intende con il termine “rischio” in antropologia?
2. Che cos’è l’antropologia dei disastri?
3. Perché l’antropologia critica l’idea che i disastri naturali siano per lo più ineluttabili?
STUDIARE CON L’IA
Per aiutarti a organizzare lo studio del capitolo, chiedi a un sistema di IA Generativa di produrre un piano di studio distribuito nel tempo. Inserisci il tempo che hai a disposizione e i vari argomenti. Ricordati di iniziare ogni sessione di studio con un momento di ripasso.