In un celebre volume del 1940, Evans-Pritchard riporta i risultati di una ricerca compiuta negli anni Trenta presso i Nuer, una popolazione di pastori nomadi dell’Alto Nilo, di cui analizza meticolosamente il sistema sociale, il modello di sussistenza, l’ambiente, l’economia e l’organizzazione politica. Il seguente brano descrive il ciclo di spostamenti a cui i Nuer sono costretti a causa dell’alternarsi della stagione delle piogge e di quella secca, mostrando la stretta connessione tra le condizioni climatiche e la vita della popolazione.
I Nuer: un’anarchia ordinata, Franco Angeli, Milano 1975, pp. 94, 98-102
Agli occhi di un europeo il paese dei Nuer non presenta alcuna attrattiva, a meno che non si consideri tale la sua severità: le paludi infinite e le savane sconfinate suscitano un fascino austero e monotono. È una terra dura per l’uomo e per le bestie; bruciata o acquitrinosa per gran parte dell’anno. Ma i Nuer sono convinti di vivere nel paese più bello del mondo. In realtà si deve ammettere che per una vita pastorale presenta molti caratteri ammirevoli. [...]
Ecco le caratteristiche principali del paese dei Nuer: (1) è estremamente piano; (2) il suolo è argilloso; (3) è scarsamente e raramente alberato; (4) è coperto di erba alta durante le piogge; (5) è soggetto ad abbondanti piogge; (6) è attraversato da grandi fiumi che annualmente straripano; (7) quando cessano le piogge e i fiumi si abbassano, è soggetto a gravi siccità.
Queste caratteristiche interagiscono tra loro e costituiscono un sistema ambientale che condiziona direttamente la vita dei Nuer e influenza la loro struttura sociale. [...] Fino a qual punto i Nuer sono controllati dall’ambiente nella loro attività di pastori, pescatori e coltivatori? Abbiamo mostrato che il loro interesse principale sta negli armenti [branchi di buoi domestici] [...].
Per quanto i Nuer abbiamo un’economia mista pastorale-orticola, il loro paese è più adatto all’allevamento del bestiame che non per l’orticoltura, per cui il presupposto ambientale coincide con il presupposto del loro interesse e non favorisce un cambiamento a preferenza dell’orticoltura. [...] I Nuer non possono, eccetto che in alcuni punti favoriti, vivere nello stesso luogo per tutto l’anno. Le inondazioni li spingono via insieme ai loro armenti, in cerca di protezione sui terreni più elevati. L’assenza di acque e di pascolo in questi terreni li spinge a migrare durante la stagione secca. Di conseguenza la loro vita è necessariamente migratoria o, più strettamente, transumante. Un’altra ragione che li spinge a cambiare residenza con le stagioni è la loro incapacità attuale di vivere solo dei prodotti del loro bestiame. Una dieta di latte e carne deve essere completata da cereali e pesce: mentre il terreno più adatto per la coltivazione del miglio è nell’interno sul pendio delle piccole elevazioni, il pesce si trova nei fiumi che generalmente sono distanti da queste elevazioni. [...]
