Scegliamo come vestirci in modo simile al nostro gruppo di appartenenza, ma allo stesso tempo ci piace anche non essere uguali a tutti gli altri, affermando così la nostra individualità. Portare un abito alla moda è dunque un modo attraverso il quale gli individui affermano la propria appartenenza a vari gruppi socio-culturali di riferimento, esprimendo allo stesso tempo una propria identità distintiva.
Per Simmel la moda si sviluppa per cicli di imitazione da parte delle classi inferiori rispetto a quelle più elevate. Storicamente, infatti, le classi alto-borghesi hanno iniziato a emulare i gusti e gli stili tipici della nobiltà, mentre oggigiorno molti individui comuni tendono a imitare nel vestire cantanti famosi o personaggi noti della televisione o dello sport. Accade, però, che, quando gran parte delle persone comuni ha adottato la moda di personalità potenti o famose, queste ultime cambiano a loro volta il proprio stile, per distinguersi nuovamente dagli altri e così via. La moda, quindi, è per Simmel un processo ciclico, in cui stili e gusti mutano costantemente, obbedendo alle tendenze sociali di base: il desiderio di appartenenza a un gruppo e la necessità di distinguersi dagli altri (e, in particolare, dalle classi inferiori). In questo modo egli fornisce una spiegazione sofisticata e sociologicamente fondata del meccanismo attraverso il quale, anche nel mondo contemporaneo, le nuove mode sono introdotte, si trasformano e vengono infine abbandonate.
