Ma lo stesso uomo sta nel suo studio e compra una gran quantità di grano. Egli non dirà più che opera in tal modo perché così si usa, ma la compra del grano sarà l’ultimo termine di un seguito di ragionamenti logici, che muovono da certi dati sperimentali; mutando quei dati, muterebbe anche la conclusione, e quell’uomo potrebbe astenersi dal comperare, oppure anche potrebbe vendere grano. Possiamo dunque, per astrazione, distinguere: 1.° Le azioni non-logiche; 2.° Le azioni logiche. Diciamo “per astrazione” poiché nelle azioni reali i tipi sono quasi sempre mescolati, e un’azione può essere in massima parte non-logica ed in piccola parte logica, o viceversa. Per esempio, le azioni di uno speculatore alla borsa sono certamente logiche; ma dipendono anche, sia pure in piccola parte, dal carattere di quell’individuo, e per tal modo sono pure in parte non-logiche. È ben noto che vi sono individui che più facilmente operano al rialzo; altri al ribasso. Bisogna badare bene che non-logico non vuol già dire illogico; cioè un’azione non-logica può essere quanto di meglio sarebbe dato di trovare, con l’osservazione dei fatti e colla logica, per adattare i mezzi al fine; ma quell’adattamento è stato ottenuto per altra via che quella di un ragionamento logico. Per esempio è noto che le cellule degli alveari delle api sono terminate da una piramide, la quale, col minimo di superficie, quindi con la minore spesa di cera, racchiude il massimo volume, cioè la maggiore quantità di miele. Ma nessuno suppone che ciò accada perché le api abbiano risolto col sillogismo e la matematica il problema; evidentemente è un’azione non-logica, sebbene i mezzi sono perfettamente adattati al fine, e che quindi l’azione è lungi dall’essere illogica. Eguale osservazione si può fare per molte e molte altre azioni che usualmente si dicono istintive, sia nell’uomo sia negli animali. Occorre osservare che l’uomo ha una tendenza spiccatissima a figurarsi come logiche le azioni non-logiche. Tale tendenza è dello stesso genere di quella per cui l’uomo anima e personifica oggetti e fenomeni materiali. E così questa come quella hanno appoggio nel linguaggio volgare, il quale, serbando le tracce dei sentimenti che esistevano quando si è formato, personifica cose e fatti, e li presenta come risultamenti di logiche volontà. La tendenza a figurarsi come logiche le azioni non-logiche si attenua e diventa la tendenza, egualmente errata, a considerare le relazioni tra i fenomeni come aventi la sola forma di relazione di causa ad effetto, mentre ben più spesso tra i fenomeni sociali le relazioni esistenti sono quelle di mutua dipendenza. Bisogna notare che le relazioni di causa ad effetto sono ben più facili da studiarsi che quelle di mutua dipendenza. La logica ordinaria basta in molti casi per le prime: mentre le seconde richiedono spesso una qualità speciale di ragionamenti logici, cioè i ragionamenti matematici. Rispondi In che modo Pareto descrive il comportamento di un uomo che entra in una stanza e si leva il cappello? Perché le azioni di uno speculatore di borsa sono logiche e il comportamento delle api è invece non-logico, secondo Pareto? Cosa significa che l’individuo ha «la tendenza a figurarsi come logiche le azioni non-logiche»? Riesci a identificare un’azione compiuta da te stesso o da qualcuno che conosci che può essere descritta come un’azione non-logica secondo la descrizione che ne dà Pareto? Descrivila e prova a spiegare perché. 1. 2. 3. 4.