È infatti conseguenza del peccato il fatto che esistono tante lingue1. Una tale lingua, in verità, bisognerebbe che fosse dolce e anche dotta e ricca. […] Tale mi sembra certamente la lingua latina, tra quelle che gli uomini adoperano e che sono da noi conosciute. […] Poiché essa si è diffusa ormai attraverso parecchi popoli, allora le sono state affidate quasi tutte le scienze. Essa è pure ricca, perché è stata coltivata e sviluppata dagli ingegni di molti scrittori. Inoltre il suo suono è dolce ed essa mostra una certa robustezza né selvaggia né agreste, come accade in alcune altre lingue, ed è tipica invece di un uomo forte e saggio nato ed educato in una città bene retta. Sarebbe un delitto non coltivarla e non conservarla.
1. In questo passo Juan Luis Vives fa riferimento, tra le righe, all’episodio biblico della torre di Babele (Genesi 11, 1-9) e all’origine delle differenze di linguaggio tra gli uomini.