APPROFONDIAMO – IL CONCILIO DI TRENTO Ben prima della frattura luterana, il mondo cristiano aveva invocato un concilio generale che promuovesse il ritorno del cristianesimo alla purezza delle origini. La convocazione, però, tardò ad arrivare per varie ragioni: • resistenza degli ambienti curiali legati a interessi e privilegi; • ricordo negativo delle esperienze conciliari del secolo precedente; • timore di non raggiungere l’unità e di dare origine a Chiese nazionali sottomesse alla politica dei paesi. Il Concilio di Trento si celebrò tra il 1545 e il 1563. In questo periodo ci fu un cambio di sede (Bologna nel 1551) e una lunga fase di sospensione dei lavori (1551-63). I decreti del Concilio di Trento si concentrarono su due livelli. A livello dogmatico venne sancita: • l’essenzialità della Chiesa nel fornire l’autentica interpretazione dei testi sacri; • il valore dei sacramenti; • l’efficacia delle opere accanto alla grazia divina. A livello disciplinare si affrontarono temi come: • l’obbligo di residenza per il clero in cura d’anime; • il divieto di cumulo di benefici (uffici sacri con diritto di ottenere una rendita su determinate proprietà ecclesiastiche); • le regole della predicazione; • l’insegnamento della teologia e della Sacra Scrittura. La portata dell’influenza esercitata dai decreti tridentini sul mondo cattolico fu enorme e di lunga durata. Basti pensare che saranno rivisti propriamente solo con il Concilio Vaticano II (1962-65). Il pronunciato interesse della Chiesa cattolica per la dimensione educativa si chiarisce sulla base della nuova concezione dell’uomo elaborata dalla teologia tridentina: • l’uomo si redime dal peccato non soltanto con la fede ma anche attraverso le opere. La grazia di Dio agisce solo se l’uomo si dispone ad accettarla, dunque egli va preparato a tale scopo; • l’uomo tende al peccato per natura, può affrancarsi da esso solo se riesce a reprimere gli istinti e ad acquisire le abitudini di vita del buon cristiano. Da qui l’importanza di mettere in atto interventi per educare il fedele nel senso letterale del termine, ovvero , “condurre verso la retta via”. 1. 2. ex ducere ESPERIENZE ATTIVE – Mappatura delle istituzioni educative cittadine Prova a fare, insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne di classe, una mappatura delle istituzioni educative della tua città. Organizza dei piccoli gruppi, individuati sulla base delle principali zone/quartieri della città, e soffermati sulle istituzioni più antiche, cercando di capire quante di queste sono state fondate o legate a un ordine religioso. PER LO STUDIO Quali compiti assegna Carlo Borromeo ai religiosi per operare la rigenerazione della società? Che tipo di istituzioni educative privilegia Borromeo per la formazione della gioventù? Qual è il compito della famiglia secondo Carlo Borromeo rispetto all’educazione della prole? Carlo Borromeo attribuisce una particolare funzione educativa alle immagini e, più in generale, all’arte sacra. Che posto occupano le immagini nella tua vita? Pensi che influiscano sul tuo modo di pensare e di comportarti? 1. 2. 3. Per discutere INSIEME