Sul piano della formazione intellettuale Kant distingue tra (sensibilità, immaginazione, memoria, attenzione) e (intelletto, ragione e giudizio). Raccomanda di coltivarle parallelamente, subordinando però le prime alle seconde. A livello metodologico consiglia di applicare il , che favorisce la continua sollecitazione dell’intelletto attraverso domande, mentre suggerisce il ricorso al metodo meccanico-catechistico solo per i contenuti di tipo nozionistico. Per quanto riguarda il , Kant sostiene che sia meglio apprendere le attraverso l’uso e il attraverso la lettura degli autori, che mediante esercizi di memoria. Ritiene che la debba precedere lo studio delle lingue e scoraggia la lettura dei romanzi, in quanto li considera dannosi perché indeboliscono la memoria e favoriscono la distrazione nei fanciulli. Afferma che la formazione intellettuale può iniziare dallo studio della illustrata con immagini, mentre consiglia di introdurre in un secondo tempo lo studio della , che giudica utile a educare il retto giudizio. Incoraggia lo studio della come la scienza che meglio di ogni altra può unire nel bambino il sapere al potere e caldeggia l’ che permette di passare dalle “credenze” al sapere esatto. facoltà inferiori superiori metodo socratico curriculum lingue lessico grammatica geografia storia matematica insegnamento scientifico 2.4 LA FORMAZIONE MORALE Per Kant la moralità esprime al meglio la condizione dell’umanità e, dunque, la , intesa come formazione del carattere che deve portare ad agire secondo i principi pratici della ragione, rappresenta . Il processo educativo, infatti, per il filosofo tedesco ha come obiettivo principale quello di formare al rappresentata dal soggetto. Il singolo deve acquisire la consapevolezza che le buone azioni non vanno compiute per fregiarsi di un comportamento meritorio, ma perché doverose nei riguardi di quell’ideale umano della ragione, che ci rende consapevoli della nostra insufficienza. In questa direzione, per Kant l’ rientra nella formazione morale dell’individuo, perché la religione può essere presentata come imperativo divino e alimentare il sentimento di dovere del soggetto. Diversamente da Rousseau ritiene che l’educazione religiosa debba iniziare per tempo, perché il fanciullo si trova a doversi confrontare costantemente con una società dominata da pratiche e rappresentazioni religiose, rispetto alle quali deve sapersi orientare. formazione morale il fine primo dell’educazione dovere di non tradire la dignità umana educazione religiosa