ORIENTARSI – VERSO LA PROFESSIONE – L’artigiano Prima della rivoluzione industriale tutta la produzione dei manufatti era affidata ad artigiani esperti, che lavoravano autonomamente o affiancati da altri lavoranti, all'interno di botteghe. Nel Medioevo gli artigiani presero l’abitudine di unirsi in corporazioni di mestiere, associazioni che avevano lo scopo di controllare la produzione e la distribuzione delle merci, per garantirne la qualità e per regolamentare il mercato. Tra le attività artigianali erano incluse quelle artistiche, che nel corso dell’Umanesimo e del Rinascimento iniziarono ad assumere una fisionomia propria, consentendo ai rappresentanti di questa categoria di rivendicare un miglior trattamento economico. Per diventare artigiano, fino a non molto tempo fa, una persona lavorava come apprendista, solitamente non pagato, presso la bottega di un artigiano esperto. Oggi la condizione dell’apprendistato, nei paesi occidentali, è molto cambiata. Il contratto di apprendistato, per esempio, che è stato oggetto di diversi provvedimenti in Italia, tra i quali l’ultimo è il decreto legislativo 81/2015, rappresenta la prima forma di inserimento nel mondo del lavoro dei giovani tra i 15 e i 29 anni e prevede non solo la retribuzione dell’apprendista da parte del datore di lavoro, ma anche un piano formativo individuale (Pfi), nel quale si esplicita il percorso di formazione professionale proposto al ragazzo. 3.3 L’ISTRUZIONE PUBBLICA SECONDO FILANGIERI Una delle figure più eminenti dell’Illuminismo italiano è (1753-88). Questo brillante intellettuale, dalla solida formazione giuridica, occupa vari incarichi presso la corte di Ferdinando IV di Napoli e gode del clima di rinascita civile e sociale favorito dalle riforme promosse da (1698-1783), segretario di Stato del regno borbonico dal 1754 al 1776. La fama di Filangieri è soprattutto legata alla . L’opera, che rappresenta una traduzione sul piano economico, politico e legislativo degli ideali illuministici, suscitò molte critiche e fu anche posta all’ , ma ciononostante ebbe una larga diffusione e fu tradotta in molte lingue. Costituita da 7 volumi pubblicati a partire dal 1780, essa riserva il quarto libro alle (1785), in cui Filangieri espone il suo piano di . Egli ritiene che le scuole debbano essere aperte a tutta la popolazione e dirette dallo Stato, ma differenziate a seconda delle classi sociali. Filangieri distingue due principali classi sociali: Gaetano Filangieri Bernardo Tanucci Scienza della legislazione Indice Leggi che riguardano l’educazione, i costumi e l’istruzione pubblica educazione pubblica universale ma non uniforme , formata da chi serve la società con le braccia (lavoratori); produttiva , costituita da quanti la servono con i propri talenti, attraverso attività intellettuali e amministrative (intellettuali e professionisti). Per la classe dei lavoratori prevede una formazione estesa dai 6 ai 18 anni, nella quale è assegnato un ruolo centrale alla preparazione tecnico-professionale sulla base delle attitudini del singolo. L’istruzione intellettuale è limitata al leggere, scrivere, far di conto e alla conoscenza delle norme civili. non produttiva G. Filangieri, p. 292 T3 I vantaggi dell'educazione pubblica