3.2 LA E LA DISPUTA LECTIO L’attività di insegnamento nelle università medievali si basa sulla lettura e commento del testo degli autori ( ). Nella Facoltà delle Artes i testi fondamentali erano le opere di Cicerone, i trattati di grammatica di Donato e Prisciano, le opere di Aristotele e dei suoi commentatori; nella Facoltà di Diritto si studiavano il giustinianeo e le ; nella Facoltà di Medicina l’insegnamento era di tipo teorico e tutto basato sui testi classici di Ippocrate e Galeno con qualche scritto di Avicenna; mentre le opere principali della Facoltà di Teologia erano la Bibbia e le Sentenze di Pietro Lombardo. Sul piano didattico vi erano due momenti ben distinti: auctores Corpus iuris civilis decretali la (“lezione”), che era incentrata sulla presentazione, lettura e commento degli auctores e aveva come protagonista assoluto il docente, mentre gli studenti si limitavano a prendere appunti; lectio la (“disputa”), che prevedeva la discussione attorno a un problema (quaestio), del quale si presentavano gli argomenti pro e contro, per arrivare poi a una soluzione finale, secondo un procedimento autenticamente dialettico. disputatio Nella disputa prendevano parte attiva gli studenti, che erano chiamati a porre domande e presentare obiezioni, mentre al maestro spettava il compito di scegliere la questione e di presentare la sintesi della discussione e la tesi finale. Accanto alle , che facevano parte della prassi didattica universitaria e ne rappresentavano l’elemento più vivo e caratterizzante, vi erano anche ( ), che potevano interessare qualsiasi argomento ed erano tenute davanti a tutti i membri della facoltà una o due volte all’anno in occasioni particolari, come il Natale e la Pasqua. dispute ordinarie dispute straordinarie disputatio de quodlibet : raccolta legislativa voluta dall’imperatore bizantino Giustiniano (527-565), basata sulla tradizione legislativa e giurisprudenziale romana. : costituzioni pontificie redatte in forma di lettera, contenenti spesso disposizioni giuridiche. Corpus iuris civilis decretali 3.3 IL RUOLO DI DOCENTI E STUDENTI Negli vigeva un’organizzazione gerarchica, mutuata proprio dal mondo delle corporazioni, che prevedeva una distinzione netta tra studenti, baccellieri e dottori. Terminato il programma di studi universitario, lo studente poteva accedere all’esame che conferiva la , ovvero la facoltà di insegnare. La prova consisteva nella simulazione di una lezione davanti a un collegio di docenti che erano chiamati a giudicare l’idoneità del candidato. All’inizio questo era l’unico titolo conferito dagli , successivamente furono introdotti anche i titoli di baccalaureato e di dottorato: studia licentia docendi studia